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Di Maio a Tgcom24: "Con noi al governo subito via 400 leggi" | "In pensione con 41 anni di lavoro"

Il candidato premier del M5s a tutto campo. E sul caso De Benedetti-Renzi e il dl banche dice: "Lʼennesimo scandalo"

Di Maio a Tgcom24:
tgcom24

"L'Italia è un Paese non ostaggio della burocrazia ma delle leggi".

Lo ha affermato il candidato premier del M5s, Luigi Di Maio, a Tgcom24. Il M5s apre anche un sito "dove tutti potranno proporre una legge da abolire", collegato al progetto di cancellare 400 leggi, ha ribadito, "con unico atto". "Dopo 41 anni di lavoro si deve andare in pensione", ha aggiunto. E sulla telefonata di Renzi a De Benedetti, ha detto: "E' uno scandalo".

"Lanciamo quota 41, in pensione con 41 anni di contributi" - "Noi presto presenteremo il nostro programma che si chiama "quota 41", si basa su un concetto che tu dopo 41 anni di lavoro devi andare in pensione" senza che ci sia il legame "tra tempo di lavoro ed età pensionabile". Lo ha annunciato durante la puntata di "Fatti e misfatti" il candidato premier M5s Luigi Di Maio.

"De Benedetti-Renzi? Uno scandalo" - "E' uno scandalo sapere che il premier, allora Matteo Renzi, mentre stava per fare un decreto legge in 25 minuti che azzerava i risparmi dei risparmiatori, chiamava De Benedetti per dirgli che stava per fare il dl e quello attacca, chiama i suoi e dice: stanno per fare il decreto legge, comprate le azioni. Se questo è il modello del Pd, di coloro che dovevano esser la sinistra, io quel modello lo combatterò con tutte le mie forze. Non vanno votati, quei signori al massimo possiamo mandarli all'opposizione ma io sarei per mandarli a casa", ha affermato a Tgcom24 Luigi Di Maio.

Raggi logorata? "Vediamo alla fine dei 5 anni di governo" - Se la Raggi è logorata? "Secondo me si sta dando quest'immagine perché c'è una strumentalizzazione evidente. Ci hanno attaccato così tanto che ci hanno fatto diventare simpatici, invito i media a continuare così. Io vedo un accanimento sui nostri sindaci, non dico che non ci sono errori ma c'è un accanimento", ha sostenuto Di Maio. Alla Raggi "le sia data la possibilità di governare 5 anni e vediamo se alla fine vincerà il campionato, stiamo facendo quello che abbiamo detto ma dateci 5 anni", ha sottolineato.

"Io sono vaccinato e vaccinerei mio figlio" - In merito alle polemiche in tema di vaccini, riesplose dopo che il leader della Lega ha annunciato che il centrodestra al governo abrogherebbe le nuove norme varate dal ministro Lorenzin, Di Maio ha dichiarato: "Io sono vaccinato, vaccinerei un figlio, i miei fratelli sono vaccinati".

Eliminare la burocrazia togliendo le leggi inutili - "Noi oggi non lanciamo un portale o una proposta ma una nuova idea di stato in cui cittadini e imprese devono essere lasciati in pace per poter creare valore e portare avanti iniziative - ha continuato il candidato premier del M5s -. Per fare questo abbiamo bisogno di sottrarre leggi e obblighi che hanno prodotto una ragnatela in cui gli onesti restano imbrigliati e i disonesti si muovono con rapidità impressionante". Oggi, ha illustrato Di Maio, "ci sono 187mila atti aventi valore di legge, a questi si sommano leggi regionali, decreti attuativi, circolari ministeriali e norme europee".

"Io qui - ha proseguito rispondendo alle domande del direttore Paolo Liguori - mi assumo la responsabilità di dire che è semplificando che si aumenta il gettito fiscale dello Stato ed è semplificando che ridurremo la pressione fiscale, togliendo oneri burocratici". Di Maio ha poi promesso che il Movimento 5 Stelle non sarà "quello che farà leggi sulla sburocratizzazione" e che per il controllo sulle imprese "basterebbe fare una cosa: incrociare le banche dati tra gli enti, ad esempio agenzia delle entrate, camere di commercio, o motorizzazione".

Via spesometro e studi di settore - Per il Movimento 5 Stelle, lo spesometro "non è un modello di lotta all'evasione, non lo sono neanche lo 'split payment', il redditometro né l'agenzia delle entrate e riscossione. Questi per noi - ha ribadito - non sono modelli di lotta, insieme agli studi di settore". Il leader pentastellato, poi, è convinto che "i problemi di questo paese si risolvono con la fiscalità generale, gli investimenti e la legge di bilancio che si fa ogni anno".

"Modificare regole attorno a euro, non uscirne" - Sull'euro "nessun cambio di linea. Ma nel 2013 la Germania aveva un governo monolitico, l'asse franco-tedesco era fortissimo, c'era ancora a pieno titolo la Gran Bretagna. Era molto difficile riuscire a contrattare ai tavoli europei. Oggi è cambiato tutto. La Germania da 90 giorni non riesce a fare un governo, la Spagna ha un governo di minoranza, la Francia ha i partiti tradizionali ridotti ai minimi termini. E' tempo di modificare le regole attorno all'euro, non di uscire dall'euro", ha detto ancora Di Maio a Tgcom24.

"Alleanze? Sarà accordo su temi non poltrone" - "Con noi non si vota a scatola chiusa, noi voteremo la fiducia a un governo con a capo Di Maio. Ma se non dovessimo avere i numeri per governare da soli - anche se credo che ce la possiamo fare ad arrivare al 40% - l'appello nostro ci sarà e diremo 'mettiamoci d'accordo su un programma di governo'", ha aggiunto. "Sarà un accordo sul programma, non sulle poltrone. Diremo mettiamo insieme le priorità e attuiamole in 5 anni di legislatura", ha spiegato Di Maio.