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Sicilia, l'allarme della Corte dei conti: si avvicina l'ombra del default

La Regione continua ad avere molte più spese che entrate e il buco ha ormai raggiunto gli 8 miliardi di euro

Crocetta Rosario, personaggi
ap-lapresse

Palermo come Atene? No.

O, almeno, non ancora. La Sicilia, però, si avvicina sempre più velocemente ad un possibile default proprio come sta accadendo alla Grecia in queste ore. I conti della Regione amministrata dal presidente Rosario Crocetta (in carica dall'ottobre 2012), infatti, sono preoccupanti: il debito cresce ogni anno (come i dipendenti della Regione) mentre le entrate diminuiscono progressivamente. Tant'è che i giudici della Corte dei conti siciliana hanno dovuto lanciare un allarme: il buco è ormai di 8 miliardi di euro e serve un piano di rientro gestito direttamente dal governo.

"Serve un'intesa con il governo" -

L'unica strada per riequilibrare i conti dissestati della Regione siciliana sarebbe quella di un'intesa con Roma: l'indicazione è stata data proprio dalla Corte dei conti nella relazione per il giudizio di parifica del rendiconto della Regione. I giudici invocano un piano di rientro con un processo di risanamento concordato con il "livello centrale". "I principali saldi di bilancio - dice il presidente della Corte, Maurizio Graffeo - sono molto negativi. E per questo siamo preoccupati. I nostri controlli non solo proseguiranno ma saranno perfino rafforzati". La relazione riconosce alla Regione l'incidenza dei fattori economici negativi ma sollecita interventi più radicali. Riconosce anche la validità della Finanziaria 2015 che contiene misure di politiche rigorose in grado di incidere sulla "rigidità dei conti regionali".

Cosa "strozza" davvero la Sicilia? -

I principali problemi della Regione sono sempre gli stessi: il personale, la sanità e le società partecipate. Nei dodici mesi del 2014 sono stati pagati 938.529.000 mila euro per pagare gli stipendio ai 17.325 dipendenti (14.950 assunti a tempo indeterminato, 1.737 persone con contratto a tempo e 639 esterni) e ai 1.737 dirigenti. Ma a pesare davvero troppo è la Sanità: 9,168 miliardi di euro spesi nel 2014, pari al 46 per cento del totale delle uscite regionali, che in totale ammontano a 19 miliardi e 909 milioni di euro. Anche in questo caso, è il personale a pesare come un macigno sui conti: nella sanità siciliana lavorano infatti 48.530 persone.