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Scontro M5S-Lega sulle modifiche al dl fiscale, serve un Cdm per l'intesa

Il ministro Matteo Salvini: "Sabato si va a Roma e si risolve tutto, io e i miei amici Conte e Di Maio ci confronteremo, le polemiche saranno acqua passata". Il vicepremier M5s: "Non sono distratto né bugiardo"

Scontro M5S-Lega sulle modifiche al dl fiscale, serve un Cdm per l'intesa - foto 1
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Dopo lo scontro per le modifiche apportate all'ultimo da una "manina" che ha inserito del dl fiscale il condono penale per gli evasori, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio annunciano l'armistizio.

Dal leader della Lega arrivano parole che allontanano la crisi: "Sabato si va a Roma e si risolve tutto. Gli equivoci e le polemiche saranno acqua passata in Consiglio dei ministri". Il Cdm è stato convocato da Conte per porre fine alla querelle.

Durante la giornata però il ministro dell'Interno, prima della dichiarazione di pace in serata, e il ministro del Lavoro si sono tirati fendenti via Facebook. Nel mezzo c'è stato il presidente del Consiglio, di rientro da Bruxelles, dove ha partecipato al Consiglio europeo, che ha convocato per sabato alle 13 il Consiglio dei ministri. Un orario, quello della convocazione del governo all'ora di pranzo, che fa prevedere un chiarimento politico mattutino a tutto tondo Di Maio-Salvini-Conte-Giorgetti che produca testo e intesa politica da ratificare in Cdm.

Le rassicurazioni di Salvini e lo "sgambetto" a Di Maio - Il leader della Lega, tutto il giorno in Trentino fra comizi, interventi pubblici e finestre Facebook con i suoi simpatizzanti, ha assicurato a più riprese che "io non voglio far saltare niente" anche perché "a me del condono non frega un accidente". Ma non ha rinunciato a lanciare un'accusa nei confronti dell'altro vicepremier. "Uno leggeva il testo e uno scriveva, verbalizzava - ha raccontato -. E chi leggeva era il presidente Conte, che ha tutta la mia stima, che sta battagliando in Europa per difendere l'Italia. Lui leggeva e Di Maio verbalizzava. A me del condono non me ne frega niente, ma per scemo non passo. E' legittimo cambiare idea, sono pronto a riscriverlo il decreto. Ma patti chiari e amicizia lunga".

La reazione del vicepremier pentastellato - Parole che hanno fatto arrabbiare Di Maio, che ha replicato anche lui via Facebook, ribaltando le accuse. "Salvini dice che non vuole passare per fesso, io non posso passare per bugiardo. In Cdm lunedì è stato letto il comma 9 dell'articolo 9 che parla di condono tombale penale per gli evasori? La risposta è no. Quando si dice che Conte leggeva e Di Maio scriveva si dice una cosa non vera perché nel Cdm non si legge norma per norma un decreto o una legge, si enunciano i principi generali. Conte ha enunciato i termini generali dell'accordo sulla pace fiscale" e "non si è mai parlato di condono penale e non si è mai parlato di fondi esteri". Di Maio non si è fermato qua e ha coinvolto, pur senza nominarlo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, principale "indiziato", secondo i pentastellati, delle modifiche al dl. "Nel pre-consiglio, che avviene prima del Consiglio dei Ministri - ha ricordato il ministro dello Sviluppo economico - i nostri legislativi si confrontano tecnicamente sulle norme che si portano in Cdm. Se sul dl fiscale non si è fatto il pre-consiglio, anche se noi avevamo chiesto di riunirlo. La persona che ha il compito di farlo non è Conte, ma il sottosegretario". Però, ha concluso, più accomodante, "sono contento che non ci sia la volontà di andare avanti con il condono penale, stando alle dichiarazioni della Lega. Noi vogliamo aiutare commercianti, imprenditori nelle grinfie Equitalia, chi ha cartelle esattoriali di basso valore mentre la roba dello scudo penale non serve e siccome non serve sabato ci vediamo in Cdm e sistemiamo la norma".

L'intervento di Conte da Bruxelles - Palazzo Chigi, per parte sua, ha cercato di dare conferma alla linea di Di Maio spiegando in una nota che la norma sul condono che ha causato la spaccatura della maggioranza non è stata verbalizzata in Consiglio dei ministri. E Conte, prima di ripartire da Bruxelles, dove si è trovato nella scomoda posizione di difendere la Manovra mentre i suoi vice litigavano apertamente, ha tentato di derubricare il "caso" a incidente. "Per quanto mi riguarda - ha detto il premier - io porterò una questione tecnica, avendo ben contezza dell'accordo politico che abbiamo raggiunto. Se poi diventerà politica, in questo momento lo escludo, in Consiglio dei ministri si può affrontare anche la questione politica".

Lega-M5s, le tensioni parlamentari - La sensazione è che alla fine una soluzione sarà trovata, ma la polemica ha lasciato scorie pesanti. Con le prime "rappresaglie" parlamentari leghiste. A iniziare stamani è stato Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera, che ha annunciato un emendamento contro il condono edilizio a Ischia (territorio particolarmente importante per il campano Di Maio) dicendosi certo che "gli amici dei 5 Stelle lo appoggeranno". A stretto giro il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, in vista dell'inizio dell'esame della legge sulla legittima difesa martedì al Senato, ha auspicato che non ci siano "scherzi da parte di avversari o alleati". La terza, forse la più pesante, è stata la sottolineatura leghista del fatto che "in nessuno dei provvedimenti del governo ci saranno aumenti delle assicurazioni auto nelle aree in cui oggi si paga meno". Cioè sostanzialmente al Nord. La luna di miele sembra finita, d'ora in poi per il governo giallo-verde tutto sarà più difficile.