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Roma, un milione in piazza con la Cgil Camusso: "Pronti a sciopero generale"

Tantissime persone in corteo contro il Jobs Act e la legge di Stabilità. Bindi contro Renzi: "Leopolda imbarazzante contro-manifestazione"

susanna camusso cgil 25 ottobre
ansa

Un milione di persone, secondo gli organizzatori, sono scese in piazza con la Cgil a Roma per protestare contro il governo, il Jobs Act e la legge di Stabilità. Il segretario del sindacato, Susanna Camusso, dal palco: "Siamo pronti a tutto, anche allo sciopero generale. L'Articolo 18 non va abolito bensì esteso anche a chi non ce l'ha". Rosy Bindi attacca il premier, Matteo Renzi: "La Leopolda è una contro-manifestazione imbarazzante".

Camusso: "Articolo 18 non è un totem ideologico" - E' sull'Articolo 18 che la Camusso alza la voce, tra gli applausi della piazza: "L'Articolo 18 non va abolito bensì esteso anche a tutti coloro che non ce l'hanno. Nessuno in buona fede può pensare che licenziare senza una giusta causa sia un totem ideologico. E' invece una tutela concreta", dichiara il segretario. "La giornata di oggi non è solo una fermata. La Cgil è pronta a continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di questo governo. Anche con lo sciopero generale", avverte la Camusso.

Il numero uno della Cgil chiama poi direttamente in causa il premier e, non appena nomina Renzi, la piazza inizia a fischiare: "Vogliamo dire al premier Renzi: stai sereno, non abbiamo rimpianti sulla concertazione. Lunedì abbiamo l'incontro con il governo sulla legge di Stabilità, lui ha già richiuso la sala verde e ci dà appuntamento al ministero del Lavoro. Stia sereno, per fare la concertazione bisogna condividere gli obiettivi per il Paese e noi i suoi non li condividiamo".

Il giudizio del sindacato sulla Manovra è tutt'altro che positivo: "Crisi e rigore continueranno a tenere il Paese nella stagnazione e la legge di Stabilità non cambia verso - continua la Camusso - Forse qualcuno pensa che l'uguaglianza sia una parola antica, per noi non lo è". Poi la chiusura a effetto del comizio al grido di "Al lavoro, alla lotta", seguito da Bella Ciao.

Pd spaccato, Bindi getta benzina sul fuoco - Mezzo Pd in piazza San Giovanni, l'altra metà alla Leopolda di Firenze con il premier Renzi. Tira aria di resa dei conti nel partito, come lasciano intendere le parole pronunciate dalla Bindi, ex presidente del Pd stesso: ""Penso che più imbarazzante della contro-manifestazione della Leopolda non ci sia niente - ha detto la Bindi -. Spero che Renzi ascolti questa piazza".

Fassina e Cuperlo: "Non siamo in piazza contro Renzi" - "Non è una manifestazione contro Renzi ma per il lavoro e lo sviluppo, per correggere il Jobs act e la legge di Stabilità". Il deputato Pd, Stefano Fassina, cerca di ricucire a margine della manifestazione della Cgil che ha messo ancora una volta in evidenza le due contrapposte anime del Pd. Dello stesso parere Gianni Cuperlo: "Non siamo in piazza per gufare il governo, ma perché vogliamo essere al fianco dei lavoratori, non solo quelli che guadagnano 26mila euro, ma anche quelli che non riescono ad arrivare a 8mila euro annui, e a tutte le persone che percepiscono una pensione minima. Bisogna investire di più per far ripartire un Paese che non ce la fa più".

Civati: "Avevo invitato Renzi" - Io "avevo invitato Renzi a venire qui ma non è venuto". Risponde così, a margine della manifestazione della Cgil, Pippo Civati a chi gli ricorda le parole del premier Matteo Renzi, che venerdì aveva affermato come la Leopolda fosse anche 'casa' di Civati.

Landini: "Il governo non ha il consenso dei lavoratori" - La manifestazione della Cgil è "bella, enorme, e dimostra che sulle questioni sociali, economiche e del lavoro il governo non ha il consenso del Paese e delle persone che per vivere devono lavorare o stanno cercando di lavorare". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, aggiungendo che "il governo deve fare i conti con tutto questo".

Vendola: In scena due Italie contrapposte" - "Credo che alla Leopolda vada in scena l'Italia dei nuovi vincenti, l'Italia anche un po' rampante con un giovanilismo di maniera ed un'invocazione del futuro che è molto ricca di passato. La Leopolda e piazza San Giovanni sono due Italie contrapposte, penso che sia una contrapposizione irriducibile". Parole del leader di Sel, Nichi Vendola, in piazza a Roma. "E' una piazza bella, ricca di domande sociali, uscita dall'angoscia della crisi e del disagio economico", aggiunge Vendola.

Squinzi contro la Cgil: "Sciopero non è la soluzione" - Immediata la replica di Giorgio Squinzi a Susanna Camusso: "Non credo francamente che in questo momento di grave crisi manifestazioni o scioperi siano la migliore delle soluzioni". Secondo il presidente di Confindustria, "il Paese sta discutendo a fondo di una manovra finanziaria che dà speranza".

Dure critiche anche da Alfano - "La Cgil protesta contro una riforma fatta per creare più lavoro. Protesta per difendere il passato". Nel giorno della manifestazione a Roma contro il governo, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, critica il sindacato e difende l'esecutivo: "Camusso badi a chi è disoccupato, cammini con noi per dare un lavoro a chi non ne ha. Noi vogliamo costruire il futuro per i nostri giovani", dichiara il leader del Nuovo Centrodestra.

Cartelli contro il Jobs Act e Renzi - Tra le bandiere del sindacato e dei partiti, al corteo Cgil di Roma si sono visti anche cartelli, realizzati dai singoli manifestanti, contro il premier Matteo Renzi. "Renzusconi io son io e voi non siete un c..." è quanto si legge sul cartello di un anziano. "Grazie Renzi per lo 'sbocco' lavorativo" si legge sullo striscione di due ragazzi, che rappresenta un uomo che vomita. "La legge di stabilità di Renzi taglia 100 mln dal fondo di non autosufficienza, questa è pura meschinita'", il messaggio di un altro cartello.

In apertura di corteo, invece lo striscione "Lavoro, dignità e uguaglianza per cambiare'. In mezzo alle decine di migliaia di bandiere anche un gruppo di lavoratori con in mano un immenso lenzuolo bianco che reca la scritta "Articolo 18 giù le mani".

In corteo anche gli studenti - Al grido di "ma quali lavoratori di serie B, tutti in Champions", da Piazzale Aldo Moro si p mosso anche il corteo verso la stazione Termini degli studenti. In testa ragazzi con maglie delle squadre di calcio e un grosso striscione: "La generazione senza diritti entra in scena. Jobs Act non servi".