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Lega Nord a Roma, Salvini accusa: "Renzi servo sciocco di Bruxelles"

Il leader del Carroccio assicura: "Nessun problema di sicurezza. Lasceremo la piazza più pulita di come lʼabbiamo trovata. Noi stiamo con i poliziotti, non con chi sfascia le vetrine"

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"Noi oggi siamo scesi in piazza contro due nemici, il conformismo e la paura", ha detto Matteo Salvini, intervenendo dal palco di Roma, alla manifestazione della Lega Nord. "Non è Renzi il problema - ha aggiunto -. Renzi è solo una pedina, è il servo sciocco di Bruxelles, di chi vuole annientare l'economia italiana".

Tutti i vaffa di Salvini - Un "vaffa" a Matteo Renzi, uno ad Angelino Alfano, uno all'ex ministro Elsa Fornero ed un grande striscione con la scritta "Berlusconi politicamente morto, meglio soli". Il segretario del Carroccio è galvanizzato dalla piazza del Popolo gremita e lancia una sorta di Opa sul centrodestra. La riprova è l'annuncio che la Lega alle regionali è pronta ad andare da sola, con candidati propri: "Se FI ci sta, è benvenuta. Se guarda ad Alfano e al ministro dell'invasione clandestina, per noi non si può fare niente". Salvini parla mezz'ora e tocca tutti i temi forti da comizio: l'aliquota unica del 15% per il fisco; il no alla guerra in Libia; lo stop all'embargo contro la Russia. Calca la mano su politiche per la sicurezza e lotta alla immigrazione. Riceve l'ovazione della folla, nella quale sono presenti molti esponenti di destra e dell'estrema destra. E' questa la novità politica della manifestazione romana: il segretario del Carroccio "apre" alla partecipazione di Casapound (un esponente parla dal palco) e di gruppi di estrema destra come i francesi del "Bloc Identitaire" e i tedeschi di "Pegida" (questi ultimi conosciuti in Germania per le marce anti-Islam).

Una presenza che crea perplessità anche tra gli stessi leghisti (Bossi appoggia Salvini ma sottolinea che lui non avrebbe mai fatto accordi con CasaPound). Perplessità, in ogni caso, "zittite" dal successo della manifestazione. "Non chiedo la carta d'identità a chi partecipa", ripete Salvini. E dal palco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, sottolinea che "quella di oggi è una manifestazione di tutte le opposizioni al governo Renzi che sarà replicata il 7 marzo a Venezia". Quanto al centrodestra - chiosa la Meloni - "sarebbero opportune le primarie".

Dal palco, Matteo Salvini se l'è presa con tutti. E se c'è qualcuno, che si è arrabbiato parecchio, vedi l'ex ministro Fornero, ma anche Ncd, c'è anche chi si è occupato di altro. Uno su tutti: il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Mentre Salvini urlava alla piazza che il premier altro non era che il "servo sciocco di Bruxelles", lui twittava. Ma non sulla Lega, bensì su una partita di rugby: quella che a Edimburgo ha visto la vittoria degli azzurri.

Per nulla indifferente, invece, la Fornero, anche lei oggi nella "lista dei cattivi" di Salvini. "Cancelleremo la Legge Fornero e vaffa a lei e a chi l'ha portata al governo", ha urlato il leader della Lega dal palco. Gelida la risposta: "Il merito della riforma sulle pensioni parla da solo. Penso e spero che gli italiani siano in grado di capire il basso livello della politica alla Salvini".

Alfano: "Salvini è un problema per se stesso" - Sulla linea dura, senza dubbio Ncd, partito di quell'Angelino Alfano che Salvini ha definito "un problema per se stesso". Parla di "flop", Cicchitto, "con soli 13mila in piazza" e avverte: "Con la Lega noi di Area Popolare non possiamo e non dobbiamo avere alcun rapporto di alleanza politica". Ci sono, poi, i vaffa. A Ncd non sono affatto piaciuti: "Per il vaffanculo come programma politico ci bastava Grillo, non si sentiva il bisogno di un replicante...", ironizza il coordinatore nazionale, Gaetano Quagliariello.

Fi: "Nostro centrodestra senza Casapound" - Forza Italia, tra alti e bassi, odio e amore, oggi i passi indietro sono un bel po'. "Bene manifestare contro il governo, ma il centrodestra a cui pensiamo noi è lontano da Casa Pound e dai ritratti del Duce e vicino alla Lega di Bossi e Maroni", avverte Mariastella Gelmini. Mentre Osvaldo Napoli a Salvini dà pure un consiglio: "Il segretario della Lega ha fatto il suo bagno 'romano' di folla tanto a lungo preparato. Salvini si deciderà prima o poi a lasciare il suo armamentario per passare alla politica fatta di ragioni e di ragionevolezza?".

L'estrema destra appoggia Salvini - A tenere banco politicamente è però la partecipazione dell'estrema destra alla manifestazione della Lega. Davanti al maxi-palco non sono sfuggite alcune invocazioni come quella di "Duce, Duce!" (una foto di Mussolini è stata vista sfilare) nè alcune croci celtiche che si sono "mischiate" agli sfottò degli striscioni anti-Renzi. Scenografica la "calata" dei "supporter" di destra dalla salita del Pincio, proprio dietro al palco, quando gli interventi erano appena iniziati a metà pomeriggio.

L'omaggio ai due marò - Una marcia compatta, tricolori in mano, aperta da due gigantografie di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i Marò "da liberare". Applausi. Le bandiere di CasaPound, subito dietro, si sono incuneate nel verde leghista arrivato ben prima, in mattinata, col solito "armamentario" identitario. Chi in auto, chi con i pullman (200) e i treni speciali (3). Ce n'era anche uno che indossava le corna da vichingo come fosse a Pontida.

Mantenuta la distanza con gli antagonisti - La piazza romana, separata dal resto della città per evitare scontri con chi non voleva il raduno leghista 15 anni dopo l'ultimo con Umberto Bossi, presente insieme a Roberto Maroni, ha visto mischiarsi i tradizionali vessilli regionali ai tricolori branditi dalla destra. Si è inneggiato all'Italia, ma anche all'autonomia dei territori. C'erano striscioni da Varese, ma anche da Reggio Calabria. Sono partiti fischi contro il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ma anche applausi per l'allevatore lombardo che dal palco ha difeso le ragioni della montagna contro l'Ue che gli ha fatto pagare le multe per le quote latte. A un certo punto, si diffonde anche la notizia di un'aggressione a dei giovani forzisti arrivati in piazza, ma la cosa non trova conferme nè tra i leghisti, nè tra le forze dell'ordine. Quindi esplode puntuale la guerra dei numeri: per le forze dell'ordine si tratta di 20mila manifestanti, mentre per la Lega di 100mila.