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Riforme, le opposizioni lasciano lʼAula Maratona notturna per lʼesame del ddl

Forza Italia, Lega, Sel e M5S non partecipano al voto. Brunetta attacca: "Deriva autoritaria". Il premier: "Noi ascoltiamo tutti ma non ci facciamo ricattare da nessuno"

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Maratona notturna alla Camera per l'esame di tutte le proposte di modifica del ddl Riforme, mentre il via libera finale al testo invece è atteso per la prima decade di marzo. La seduta si è però svolta con i banchi dell'opposizione deserti: gli esponenti dell'"Aventino parlamentare" (Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Sel, Fratelli d'Italia e Lega) hanno abbandonato l'Aula durante i lavori.

Il presidente dei deputati Fi, Renato Brunetta, anche a nome delle altre opposizioni, ha chiesto infatti al segretario generale del Quirinale, Donato Marra, la disponibilità del presidente della Repubblica a ricevere una delegazione delle forze parlamentari.

Fitto: "Noi votiamo no, vediamo gli altri" - "Il nostro gruppo sulla riforma costituzionale voterà no. Al contrario non abbiamo capito cosa farà Forza Italia. Chiediamo dunque che il partito dica chiaramente qual è la sua posizione, qual è la linea da assumere". Così Raffaele Fitto alla Camera.

Brunetta: "Opposizioni pronte a uscire dall'Aula" - Per Brunetta, "se ci dovesse essere un irrigidimento da parte della maggioranza tutte le opposizioni hanno già deciso di uscire dall'Aula". Quanto alla linea di Forza Italia, il capogruppo risponde a distanza a Fitto: "E' rimasto indietro, noi lo stiamo già facendo", ha scritto infatti Brunetta su Twitter, sottointendendo la contrarietà espressa da Forza Italia sulle riforme.

Fallita la mediazione nella capigruppo, opposizioni pronte a uscire dall'Aula - Dopo il fallimento della mediazione tentata nella capigruppo, richiesta dalle opposizione, arriva la conferma di quanto annunciato da Brunetta: anche M5S, Lega e Sel hanno infatti deciso di rimanere fuori dall'Aula durante l'esame delle riforme. "M5S uscirà dall'aula della Camera. Queste riforme se le votano da soli. Sarà uno smacco per l'Italia - ha detto infatti la pentastellata Francesca Businarolo -, la capigruppo non ha cambiato nulla".

Speranza: "Voteremo riforme anche da soli, ma speriamo di no" - "Tra votare le riforme da soli e bloccare il provvedimento è meglio votarle da soli. Ma faremo tutto il possibile per evitare che ciò avvenga". Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza aggiungendo: "E' aperto un tavolo e speriamo in un ripensamento di M5S. Ma diciamo no a uno scambio tra tempi e merito".

Boldrini: "Senza accordo seduta fiume" - "Prendo atto che manchi una visione condivisa, ma bisogna evitare il peggio: e cioè un epilogo in cui solo una parte dell'Aula sia presente". Lo dice la presidente Laura Boldrini, prima di aggiungere: "Se non c'è un accordo, si torna in Aula con la seduta fiume".

Renzi nella notte alla Camera - Poco dopo l'una di notte, di ritorno dal vertice europeo, è arrivato in Aula anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi per mostrare la determinazione della maggioranza ad andare avanti sul disegno di legge costituzionale, malgrado l'ostruzionismo.

La rissa tra Sel e Pd - La rissa della notte è scoppiata improvvisamente tra un deputato di Sel ed uno del Pd, con il primo che si è slanciato verso il secondo gridando "pezzo di m...". Immediato l'intervento dei rispettivi colleghi dei due deputati e dei commessi, e la sospensione della sedutada parte del vicepresidente Giachetti.

Renzi: "Non accettiamo lezioni né ricatti" - "Non accettiamo lezioni di onestà da nessuno né lezioni da chi non ha trasparenza fin dallo statuto". E' l'attacco sferrato dal premier al Movimento 5 Stelle all'assemblea del Pd. Il presidente del Consiglio ha così commentato il caos scoppiato in Aula: "Abbiamo cercato una mediazione in tutte le sedi. Ora siamo a un bivio. Le opposizioni stanno giocando la partita politica della legislatura più che occuparsi del merito. Il loro disegno non è migliorare l'Italia ma rallentare e bloccare noi".

Renzi ha poi concluso: "Io non mi faccio ricattare e prendere in giro da nessuno. Se la minaccia è 've la votate da soli' è un problema loro. Se passa la logica per cui l'ostruzionismo blocca il diritto e dovere della maggioranza di fare le riforme è la fine. Come non mi sono fatto ricattare per il Colle, non mi faccio ricattare da Grillo sulle riforme".