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Renzi: "Mettiamo più speranza in Ue o perdiamo una generazione"

"Il piano Juncker non riguarda il bene di un Paese, ma il futuro di tutta lʼEuropa", ha sottolineato il premier parlando agli eurodeputati S&D a Strasburgo

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"C'è una generazione che vive già in un'altra Europa: se vogliamo essere fedeli a quel messaggio dobbiamo recuperare quell'ideale. O ci mettiamo più speranza o rischiamo di perdere la sfida di un'intera generazione". Lo ha detto il premier Matteo Renzi all'assemblea degli eurodeputati S&D a Strasburgo. Quanto al piano Juncker il premier ha spiegato che "non riguarda il bene di un Paese, ma il futuro di tutta l'Europa".

"Molte delle nostre difficoltà vengono da noi stessi, ma se non andiamo avanti rischiamo di tradire il sogno europeo", ha sottolineato.

"In Europa qualcosa 'eppur si muove'" - "Qualcosa si muove: un grande italiano, Galileo, lo diceva su cose più serie. Io lo dico sull'Europa. Anche se può sembrare strano citarlo nel giorno della visita del Papa". E' un passaggio ironico del premier Matteo Renzi per sottolineare il vento nuovo che soffia in Europa.

"Io ricordo che al vertice di giugno - sottolinea il premier - quando parlavo di flessibilità sembrava una parolaccia, una cosa assurda. Oggi, grazie a voi, a Timmermans, a Federica Mogherini, è chiaro a tutti che in Europa qualcosa deve cambiare e il vecchio continente deve essere il luogo della speranza e della passione". Poi lasciando la sala, Renzi ha ribadito la sua volontà di lanciare un messaggio agli eurodeputati "di serenità". "La battaglia continua anche dopo la presidenza italiana".

"Senza flessibilità è regno della tecnocrazia" - "La mancanza di flessibilità è un nonsense, senza flessibilità non c'è la politica, è il regno della tecnocrazia". Lo ha detto ancora Renzi agli europarlamentari di S&D. "L'Italia rispetta le regole: ma no all'approccio da algoritmo, in cui uno 0,1% conta più della politica".