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Renzi: D'Alema mi attacca? Guadagno punti nei sondaggi

"Cgil in piazza? Sciopero legittimo, non mi preoccupa. Noi saremo alla Leopolda. I sindacati dovʼerano quando cʼera bisogno di loro?"

matteo renzi pd
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"Massimo D'Alema se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi". Così il premier Matteo Renzi il giorno dopo la direzione Pd. Stoccata anche nei confronti dei sindacati. "Quando la Cgil sarà in piazza, mi sembra che hanno detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi ci fa la manifestazione contro", ha detto il presidente del Consiglio.

A D'Alema: "Stop alle polemiche, basta assurdità" - "Per D'Alema ho grande stima e rispetto, però per piacere evitiamo di continuare con le polemiche e con le assurdità", ha detto ancora Renzi ai microfoni di "Ballarò". "Se quando al governo c'era D'Alema avessimo fatto la riforma del lavoro come hanno fatto in Germania o nel Regno Unito non saremmo ora a fare questa discussione".

Ai sindacati: "Dov'erano quando c'era bisogno di loro?" - E, ai sindacati: "Ho grande rispetto per loro, ma dove erano negli anni in cui i diritti dei ragazzi venivano cancellati?". Negli anni in cui si creava precariato, ha poi spiegato, loro "non c'erano. Tornano in piazza ora? Bene! Viva! Che bello! Io nel frattempo non mollo e continuo a cercare di cambiare un Paese che ha bisogno di avere forse un po' meno discorsi astratti e un po' più di proposte concrete come stiamo facendo noi".

"Tra bonus e tfr, 180 euro in più in busta" - Affrontando poi il tema previdenza, ha aggiunto: "Il tfr così com'è c'è solo in Italia. Se diamo il tfr in busta paga si crea un problema di liquidità per le imprese. Le grandi ce la fanno, le piccole sono in difficoltà. Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle pmi per i lavoratori", ha poi affermato il premier, affrontando il tema previdenza. Poi, precisa meglio: "Ne discuteremo nei prossimi giorni. Ma anziché tenere i soldi da parte alla fine del lavoro te li do tutti i mesi. Significa che, per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote", circa 180 euro.

E, sempre sul lavoro, aggiunge: "Per me il lavoro non è un diritto ma è molto di più, è un dovere. Questa è ancora più forte come affermazione. Quando una persona perde il posto di lavoro è una sconfitta per tutti". E aggiunge: "Dobbiamo occuparcene non solo per i soliti noti ma anche per chi il lavoro lo ha perso. Bisogna però avere il coraggio di ragionare di chi, in questi anni, non ha mai sentito vicina la politica: i precari, le mamme che non avevano i diritti, il cassintegrato di 55 anni buttato fuori".

"Con Berlusconi facciamo riforme ma governiamo noi" - Inoltre, il premier parla del confronto con il leader di Forza Italia e dice: "Con Berlusconi abbiamo fatto un patto per la legge elettorale e per la riforma della Costituzione perché le riforme si scrivono tutti insieme. Poi stiamo governando noi che, con tutti i nostri limiti, siamo un partito che sta cercando di cambiare l'Italia e di fare quelle cose che in 20 anni non sono state fatte".