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Renzi: Berlusconi rispetti i patti Le riforme e poi il nome per il Colle

Il premier: ora approviamo lʼItalicum. Per il Quirinale è prematuro, non voglio bruciare candidati

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Prima il Quirinale e poi le riforme? "Non esiste e comunque il mio nome ora per il Colle resta solo Napolitano". E' il messaggio inviato dal premier Matteo Renzi al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che aveva "anticipato" la propria preferenza per il nome di Giuliano Amato al Colle. "Berlusconi rispetti i patti: prima approviamo l'Italicum, poi potremo parlare di Quirinale", afferma Renzi.

Renzi: Berlusconi rispetti i patti Le riforme e poi il nome per il Colle

"Amato? "Non apro una discussione" finché c'è Napolitano, i nomi si fanno anche "per bruciarli", dice il premier in un'intervista a Repubblica. "L'Italicum è in aula a dicembre", ribadisce Renzi, e Berlusconi "si è impegnato con noi a dire sì al pacchetto con la riforma costituzionale entro gennaio. Io resto a quel patto".

E, aggiunge: "i nomi si fanno per sostenerli o per bruciarli. E' sempre la stessa storia dal 1955. La corsa è piu' complicata del palio di Siena. E i cavalli non sono nemmeno entrati nel campo". Quindi sul metodo per la futura elezione: "E' bene che il presidente della Repubblica si elegga con la maggioranza piu' ampia possibile. E dico 'possibile'".

La sortita di Silvio Berlusconi su Amato ha alimentato non poche polemiche: nel Pd Francesco Boccia, senza mezzi termini definisce "sgradevole" parlare ora, quindi prematuramente, di nomi per l'Alto Colle.

Possibile intervento sull'Ilva - "Stiamo valutando se intervenire sull'Ilva con un soggetto pubblico", per tutelare occupazione e ambiente, quindi "rilanciarla sul mercato". Il premier Renzi, nell'intervista a Repubblica, si dice per l'acciaio "gestito da privati" ma non al costo di "far saltare Taranto.

Legge elettorale, "ok in commissione entro Natale" - La riforma della legge elettorale avrà il via libera prima di Natale? "Entro Natale andrà in Aula - dice poi Renzi a "In mezz'ora -, inizierà l'iter in Aula ma non ci sarà il voto finale". Non precisa se l'Italicum arriverà prima del presidente della Repubblica dal momento che "non sono in grado ora di dare una risposta perché dipende da quando si dimette il capo dello Stato. Sicuramente non si possono tirare i remi in barca sulle riforme perché potrebbe accadere qualcosa su un altro fronte".

"L'Italicum - riprende - diventerà legge spero con il consenso" di Berlusconi, ma "per fine anno non ce la facciamo". E ancora, sul Capo dello Stato: "Il presidente della Repubblica non si è dimesso e tutti dobbiamo dirgli grazie per aver accettato, su richiesta dei partiti, di assumere un secondo mandato in una fase molto complessa per il Paese".

In ogni caso, Renzi ribadisce che "l'elezione del Capo dello Stato non blocca le riforme".

Jobs Act, "è constatazione realtà" - "Il Jobs Act piaccia o non piaccia è ormai una constatazione della realtà", dice poi parlando della riforma del lavoro, che sarà votatala prossima settimana in Senato.

"Con Fitto io non parlo" - "No, altri del Pd parlano con Fitto, persone elette in Puglia in passato", dice il premier ancora alla Annunziata, che suggerisce: "Vogliamo dire chi? Vogliamo dire D'Alema?". "D'Alema? - replica Renzi - sta meglio in bocca a lei".

"Berlusconi non dà più le carte" - E sul leader di Forza Italia dice che "sta al tavolo ma non dà più le carte", ribadendo che il fatto che l'ex Cavaliere "sia contro il governo dimostra che l'accordo del Nazareno non è sul governo del Paese".

"Aperti al M5S? Sì, se disponibili" -"Se i Cinque Stelle sono disponibili a scrivere assieme regole, tutta la vita", dice poi, soffermandosi sulla possibilità di interloquire con i grillini su riforme e legge elettorale. E continua: "Non ho paura della Lega e di Salvini o di Beppe Grillo e del movimento 5 stelle: Grillo ha cavalcato la rabbia, noi abbiamo cavalcato la speranza e vinto 40 a 20".

Infine, Renzi dichiara che "una parte della sinistra immagina che si possa tutti i giorni fare le pulci al governo non rendendosi conto che l'alternativa non è un'altra sinistra, ma l'alternativa è una destra con nome e cognome, la destra di Marie Le Pen in Francia".