FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Referendum, nel pomeriggio Renzi al Colle per le dimissioni

Il presidente del Consiglio attenderà, come chiesto dal Capo dello Stato, lʼapprovazione della Manovra prima di lasciare lʼincarico di primo ministro

Dopo l'esito del referendum, definito da Matteo Renzi "inequivocabile", giornata piena per il premier, che incontra nel primo pomeriggio il Capo dello Stato, poi, in serata, si reca di nuovo al Colle  per un colloquio di mezz'ora con il presidente Mattarella. Le dimissioni del premier sono "congelate" fino all'ok alla legge di Bilancio.

Mattarella chiede infatti di "completare tale adempimento".

Il Colle chiede di rinviare le dimissioni fino al varo della legge di Stabilità - E' durato mezz'ora il colloquio al Quirinale in cui il premier Matteo Renzi ha confermato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'intenzione di rassegnare le dimissioni dopo l'esito della consultazione referendaria che ha bocciato le riforme costituzionali. Una decisione che il presidente del Consiglio aveva già annunciato nella notte quando ormai il responso delle urne era chiaro ma che formalmente saranno rese ufficiali una volta che si concluderà l'iter in Parlamento della legge di Stabilità.

Alfano: "Legislatura al termine, al voto a febbraio" - La richiesta arrivata dal Quirinale infatti è quella di "soprassedere" per ora alle dimissioni tenendo in considerazione "la necessità di completare l'iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio".

E subito dopo, come ha ipotizzato Angelino Alfano, andare al voto già nel febbraio prossimo. Per il ministro dell'Interno e leader di Ap, infatti, la legislatura ormai "volge al termine" e "fare un nuovo governo è molto difficile". Per Alfano, si può andare al voto con l'Italicum alla Camera e con il consultellum al Senato, e se la Consulta si pronuncia in tempo, si può andare a votare con due consultellum.

Si cerca una via "sprint" per chiudere sulla Manovra - L'intenzione del Capo del governo era quella di lasciare il suo incarico subito. E proprio Renzi ne avrebbe parlato in un primo faccia a faccia con il presidente della Repubblica lunedì mattina in un colloquio informale durato oltre un'ora. Da parte di Mattarella ci sarebbe stata invece la richiesta di formalizzare le dimissioni a conclusione dell'iter della manovra economica. L'obiettivo è quello di chiudere in tempi rapidi, ecco perché per martedì il presidente del Senato Pietro Grasso ha in programma una conferenza dei capigruppo proprio per discutere il percorso "sprint" della legge di Stabilità.

Si lavora per un accordo con le opposizioni - Si lavora per trovare un accordo con le opposizioni ed arrivare entro venerdì al via libera del testo senza modifiche in modo che non ci sia l'obbligo di un ulteriore passaggio alla Camera. La possibilità di raggiungere però un'intesa globale, almeno per il momento, appare difficile. Al netto infatti del Movimento Cinque Stelle, che sarebbe disposto ad evitare barricate se si procedesse senza la fiducia, il centrodestra e Sinistra Italiana invece annunciano battaglia.

Il no di Forza Italia e Sinistra Italiana - "Le strane ipotesi su un possibile congelamento della crisi del governo Renzi, con l'approvazione accelerata della legge di bilancio grazie addirittura a cosiddette "fiducie tecniche", sono del tutto impraticabili", mettono in chiaro i capigruppo azzurri Paolo Romani e Renato Brunetta che si dicono pronti a discutere solo se dalla Manovra venissero "stralciate tutte quelle parti che riguardano piccoli e grandi finanziamenti di mero sapore elettorale che oggi compongono il testo della legge all'esame del Senato".

Sulla stessa linea anche la sinistra che parla di "errore" il dover "immaginare di chiudere in modo affrettato l'iter parlamentare della legge di bilancio".

Renzi e la guida del Pd - Legge di Stabilità a parte, l'altro capitolo che Renzi si appresta ad affrontare riguarda il Partito Democratico. La direzione del Pd inizialmente prevista per martedì è stata spostata a mercoledì. L'occasione servirà non solo per fare un'analisi di quanto accaduto ma anche per capire quali saranno le mosse future. "Non credo che Renzi si dimetterà da segretario", dice Massimo D'Alema convinto che il leader Dem avrebbe dovuto lasciare il suo incarico dopo il risultato delle amministrative.

A smentire l'ipotesi che il capo del governo possa lasciare la guida del Pd è il capogruppo alla Camera Ettore Rosato: "Il partito vuole che continui a fare il suo lavoro".