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Raggi: "No a Olimpiadi è no a indebitamento a beneficio di pochi"

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "Il sindaco non bluffi". Raffaele Cantone: "Scelta giusta dettata da ragioni economiche e non dalla paura della corruzione"

"Come è stato fatto il patto per Milano, non vedo perché il governo non possa sottoscrivere un patto per Roma, utilizzando proprio quelle economie che derivano dalla mancata candidatura ai Giochi Olimpici".

E' quanto ha dichiarato il sindaco di Roma, Virginia Raggi , in commissione sport del Senato. "Siamo pronti al Patto per Roma ma il sindaco Raggi non pensi di bluffare con noi: i soldi che sarebbero arrivati per le Olimpiadi andranno a Parigi o a Los Angeles", ha invece affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.

"Non per paura della corruzione" - Tra le motivazioni alla base del No del sindaco di Roma alle Olimpiadi 2024 non ci sarebbe la "presunta paura della corruzione", come molti avrebbero insinuato. La Raggi ha infatti precisato che "a Roma la corruzione è venuta fuori con Mafia Capitale, dove i soldi pubblici venivano utilizzati per arricchire pochi", proseguendo che "non è minimamente questo il tema, perché altrimenti dovremmo chiudere la capitale".

No ad altri indebitamenti - Un punto fermo ;della presa di posizione della Raggi è la volontà di non caricare la capitale di ulteriori debiti che andrebbero a "pasare sui nostri figli". "Con 13-16 miliardi di debito che altra garanzia dobbiamo sottoscrivere?", si è chiesta la Raggi di fronte alla Commissione. "Con lo stato dei conti non ci siamo sentiti di indebitare ancora Roma e l'Italia. All'interno della gestione commissariale, un miliardo è nel debito dei giochi del 1960. E lo scorso anno abbiamo finito di pagare i debiti di Italia Novanta". "Alla luce delle evidenze dei costi possiamo dire che oggi Roma non può permettersi di indebitarsi ulteriormente", ha sottolineato.

"Roma è la Capitale, ora no a ricatti" - "Roma è comunque la citta' capitale di Italia, io spero che nessuno voglia fare di questa scelta un ricatto politico ed economico dicendo 'se non ti candidi ai giochi ti tolgo pure quei soldi che ti avevo promesso'. Roma continua a essere la Capitale di Italia, con o senza giochi", ha poi aggiunto.

"C'è una sanità che va verso la privatizzazione, si va verso la privatizzazione anche dei servizi essenziali e dovremmo indebitarci per ospitare i Giochi, una manifestazione di cui però beneficeranno pochi?". La risposta è no e il sindaco capitolino la ribadisce in Senato. "Con la candidatura di Roma avremmo continuato a togliere soldi per servizi essenziali. Sarebbe stato irresponsabile. E' problema di costi", sottolinea Virginia Raggi.

De Vincenti: "La rinuncia ai Giochi taglia risorse alle periferie" - Proprio su questo punto si concentra la risposta del sottosegretario De Vincenti: "Aver rinunciato alle Olimpiadi toglierà risorse alle periferie romane. Quando avrà voglia di passare a Palazzo Chigi, il sindaco Raggi troverà la porta aperta e le spiegheremo nel dettaglio come funziona un bilancio pubblico".

Cantone: "Scelta giusta" - Il presidente dell'Authority anti corruzione, Raffaele Cantone, appoggia la posizione adottata dalla Raggi. Il No alle Olimpiadi a Roma "è una scelta che la politica ha fatto in modo corretto e giusto", in quanto "generata da ragioni economiche", ha affermato. Al contrario, ha concluso Cantone, se fossero stati solo i rischi di corruzione a determinare la decisione dell'amministrazione pentastellata, si sarebbe "rischiato di di ingenerare l'idea di un Paese che non ha la forza di liberarsi da questo cancro".