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Prodi: "Da Pisapia nessuna defezione, ha deciso che non era cosa"

"Non tutte le frittate finiscono con il venir bene...", ha detto il fondatore dellʼUlivo, riferendosi alla situazione del centrosinistra dopo gli ultimi sviluppi

Prodi:
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Quella di Giuliano Pisapia "non è stata una defezione, perché Pisapia non aveva deciso".

A sostenerlo è Romano Prodi, secondo il quale l'ex sindaco di Milano "ha studiato il campo e poi ha concluso che non era cosa". Prodi ha comparato la situazione con quella avvenuta tra lui "e Fassino quando la colla non ha funzionato". "Il processo va avanti. Si tenterà di nuovo perché è un processo importante e utile al Paese".

"Non tutte le frittate finiscono con il venir bene...", ha detto Prodi - sul palco di Più libri più liberi a Roma - riferendosi alla situazione del centrosinistra dopo gli ultimi sviluppi.

"D'altra parte - osserva Prodi - la stessa crisi c'è anche a destra". "Il problema è che bisognerebbe ricominciare da capo. Io a suo tempo - aggiunge - non ho inventato un granché ma c'era un disegno preciso di mettere insieme forze e contenuti. Mi criticarono per il programma di 400 pagine, ma quello di 140 lettere non è molto più soddisfacente. Un programma politico può anche essere di sei volumi... Ma con una coalizione ampia si deve scrivere. E' senso di realismo. Perché i tedeschi ci mettono sei mesi a fare il programma di governo? Pensate non sappiano né leggere né scrivere?", conclude. E a chi gli chiede se la coalizione di centrosinistra sia finita risponde: “Non mi pronuncio. I cambiamenti sono troppo recenti per dare un giudizio definitivo. Aspettiamo".

L'appello di Nencini - "Ha ragione Prodi. Nonostante il ritiro di Pisapia il processo va avanti perché utile all'Italia. I socialisti non si arrendono al rischio che il Paese venga messo nelle mani di una destra che non ha avuto nemmeno la forza di condannare in modo netto i rigurgiti neofascisti". Commenta così le parole di Prodi Riccardo Nencini, segretario del Partito Socialista Italiano. "Il mio è un appello alle forze ambientaliste - prosegue - laiche, di cultura civica e ulivista perché si apra, qui e subito, il cantiere della sinistra riformista italiana. Sono certo che saremo in campo in men che non si dica".