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Primarie M5S, scaduti termini: tra i "big" solo Luigi Di Maio è uscito allo scoperto

Disimpegno ufficiale di Alessandro Di Battista. Lʼala ortodossa guidata da Roberto Fico non parteciperà alla corsa. Alla fine escono allo scoperto altri sette candidati

Primarie M5S, scaduti termini: tra i
lapresse

Alle 12 di lunedì è scaduto il termine per presentare le candidature alle primarie sul candidato premier del M5s.

Tra i "big" l'unico che è uscito allo scoperto è Luigi Di Maio. Alessandro Di Battista ha annunciato il suo passo indietro su Facebook: "Ho deciso di non candidarmi. Spiegherò, a Rimini, le mie ragioni". Alla fine i candidati alla premiership sono otto (Di Maio compreso) ma di questi sei sono praticamente sconosciuti.

La lista dei candidati - Saranno in otto a partecipare alle votazioni sulla piattaforma Rousseau per eleggere il candidato premier del M5s. Questo, scrivono sul blog, dopo le opportune verifiche. Ecco quindi la lista provvisoria dei candidati: Cicchetti Vincenzo, Di Maio Luigi, Fattori Elena, Frallicciardi Andrea Davide, Ispirato Domenico, Novi Gianmarco, Piseddu Nadia e Zordan Marco.

Di Maio: "Parleremo a Italia 5 Stelle a Rimini" - "Io della questione della candidatura a premier ne parlo solo a Italia 5 Stelle, per ora sono impegnato in Sicilia per sostenere Giancarlo Cancelleri a governatore". Lo afferma ai giornalisti Luigi Di Maio a margine di un incontro, avvenuto a Catania, per sostenere il candidato M5s alla Regione Sicilia. "Dobbiamo vincere in questa Regione e come primo atto dobbiamo tagliare vitalizi e stipendi. Di tutto il resto parlerò sabato a Italia 5 Stelle. Parleremo tutti lì", ha concluso.

Di Battista: "Sono sicuro che la mia scelta è quella giusta" - "Tra poco si inizierà a votare e invito alla massima partecipazione. A colui che sarà candidato faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che avrà un compito meraviglioso: quello di portare avanti il programma votato da migliaia di iscritti. Ringrazio tutte le persone che in queste ore mi hanno scritto chiedendomi di candidarmi. È meraviglioso avere tutto questo sostegno. Allo stesso tempo sono sicuro che la mia scelta sia quella giusta. A riveder le stelle!", ha spiegato il deputato M5s sulla sua pagina di Facebook.

Sibilia si era fatto da parte dopo la candidatura di Di Maio - Un altro potenziale avversario di Di Maio, Carlo Sibilia, si era fatto da parte augurando "in bocca al lupo" a chi correrà alle primarie e richiamando il Movimento delle origini subito dopo la candidatura del vice presidente della Camera. "Chiunque di noi sarà scelto dalla rete ha già una strada tracciata ben chiara: si chiama programma - aveva affermato Sibilia -. Questa persona sarà un pezzo di un'orchestra dove il direttore è il popolo".

L'ala ortodossa non partecipa alle primarie - Non presentarsi alle primarie per la candidatura a premier del M5S e far apparire Luigi Di Maio plasticamente come un "highlander": è la linea preponderante che emerge, alla scadenza del termine per la candidatura, nell'ala interna al M5S. Una linea che implica la rinuncia a presentarsi di tutti i "big" ortodossi, a cominciare da Roberto Fico e Nicola Morra. Fico, peraltro, era atteso all'hotel Forum dove da domenica sera soggiorna Beppe Grillo ma, al momento, non si è ancora palesato. Sulla scelta di Fico di non presentarsi, tra gli ortodossi, nessuno ha dubbi. "Roberto è una persona di parola", spiega un esponente M5S. 

M5s su Facebook: "No a primarie fiction, noi democratici" - "I giornali volevano delle primarie fiction, noi gli abbiamo dato la realtà. Questo fa il M5s: dare l'opportunità a chiunque di farsi Stato ed occuparsi della cosa pubblica. E' il principio base della democrazia diretta". E' quanto scrive su Fb il M5s. "Le primarie del Pd servono a pesarsi e poi a riposizionarsi dentro al partito e nelle correnti. E' una fiction, ma contenti loro. Da noi questo non esiste, questa mentalità non ci appartiene".

Beppe Grillo a Roma - Da domenica sera Beppe Grillo è a Roma per incontrare i "big" pentastellati dell'ala ortodossa come Roberto Fico e placare il dissenso per la regola secondo cui il vincitore delle primarie sarà il capo politico del M5S, ruolo finora tenuto da Grillo.