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Pd, Renzi: "Non corro alle primarie, avrei dovuto ribaltare il partito entrandoci con il lanciafiamme"

"Chiunque vincerà il congresso - assicura lʼex segretario dem - avrà il mio rispetto e non il logorio interno che ho ricevuto io"

Pd, Renzi:
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"Il mio errore più grande è stato non ribaltare il partito, non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti.

In alcuni casi il Pd ha funzionato, in altre zone è rimasto un partito di correnti". Lo scrive l'ex segretario dem Matteo Renzi nella sua enews, ribadendo che non correrà alle primarie. "Chiunque vincerà il congresso - assicura - avrà il mio rispetto e non il logorio interno che ho ricevuto io".

"Candidati al congresso, mi hanno scritto in tanti. Grazie del pensiero, ma non lo farò. Ho vinto due volte le primarie con il 70% e dal giorno dopo mi hanno fatto la guerra dall'interno. Mi sentirei come Charlie Brown con Lucy che gli rimette il pallone davanti per toglierlo all'ultimo istante. Non mi ricandido per la terza volta per rifare lo stesso", sottolinea.

L'ex segretario, in realtà, non fa chiarezza fino in fondo. "Io continuo a combattere: non corro per il congresso ma non vado in pensione, resto in campo, sorridente e tenace. Perché il tempo è galantuomo. E io ci credo davvero", sostiene. La sua battaglia contro la "cialtroneria" gialloverde, afferma, la combatterà da dentro il Pd, ma a chi - come Carlo Calenda - scalpita per sapere quale sarà la strategia dem alle Europee, l'ex premier si limita a dire che spetterà al nuovo segretario indicare la rotta.

"Dopo le elezioni - si legge nella enews di Renzi - io sono l'unico che si è dimesso. Mi sono preso tutte le responsabilità. Una parte del gruppo dirigente continua a pensare che sia stata tutta colpa del mio carattere. Mi sembra leggermente riduttivo. Quando, ad esempio, abbiamo ceduto alla cultura salviniana dell'immigrazione? Quando abbiamo discusso di ius soli, dice Nanni Moretti. Giusto. E perché non abbiamo avuto il coraggio di mettere la fiducia come invece avevamo fatto - rischiando tutto - sulle unioni civili? Quando abbiamo perso la credibilità con i Cinque Stelle? Quando siamo rimasti a metà del guado".

"Abbiamo fatto la Buona Scuola, ma ci siamo vergognati di difendere l'alternanza scuola-lavoro o lo stipendio dei prof basati sul merito; abbiamo fatto il Jobs Act ma ci siamo vergognati dei risultati; abbiamo fatto il bando periferie - un modello in tutta Europa - ma ci siamo vergognati di difenderlo finché non ce lo hanno tolto con il nuovo Governo; abbiamo fatto Industria 4.0 e superammortamenti ma dicevamo sempre che ancora non bastava; abbiamo approvato la legge sui vitalizi alla Camera ma il capogruppo al Senato ha insabbiato il provvedimento", aggiunge.

"L'intera comunicazione della nostra campagna elettorale, totalmente sbagliata, era basata sullo scusarsi per ciò che avevamo fatto, più che per il rivendicare i risultati e costruire il futuro. Abbiamo perso. Io ne ho tratto le conseguenze. Punto", conclude.