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Pd, Renzi: "Il nostro leader non è dinastico, ma democratico"

Il segretario dem a Imola per la festa nazionale dellʼUnità: "Il fatto che da noi votino in milioni ci viene spesso disconosciuto, siamo la più grande comunità politica dʼEuropa"

Pd, Renzi:
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"Noi non siamo dipendenti di un'azienda privata che fa software, ma cittadini di un Paese che si chiama Italia.

Non scegliamo il capo sulla base di un principio dinastico, ma scegliamo il leader sulla base di un principio democratico". Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, chiudendo la festa nazionale dell'Unità. E sull'Europa ha aggiunto: "Occorre che sia unita e che l'Italia giochi un ruolo da protagonista".

"Il fatto che da noi votino in milioni ci viene spesso disconosciuto. Siamo la più grande comunità politica d'Europa, se guardiamo a noi stessi e le nostre polemiche non ci rendiamo conto di quanto sia grande", ha proseguito l'ex premier.

"La presunta sinistra tradì per risentimento" - "C'è qualcuno alla nostra sinistra o presunta tale che ci ha educato alla bandiera e alla prima occasione ha lasciato la bandiera e la ditta per un risentimento personale che non ha ragione di esistere - ha sottolineato Renzi -. A questo risentimento rispondiamo con il sentimento di una politica diversa. Per essere di centrosinistra si deve fare di più ma il primo modo è creare crescita e benessere, non fare i convegni".

"Basta litigi, altrimenti si perde" - Il segretario del Pd ha poi parlato delle tensioni interne al partito e al centrosinistra: "Usciamo dalla modalità litigio, anche sui territori ma soprattutto a livello nazionale. E' l'ora di finirla con discussioni interne che lasciano il tempo che trovano, quando fuori da noi c'è il rischio di perdere l'occasione di cambiare il Paese. La modalità litigio e divisione tenetela per dopo le elezioni, ora siamo in modalità campagna elettorale".

"Partita difficile, il populismo giocherà ogni carta" - "Abbiamo portato il Paese fuori dalla crisi - ha dichiarato ancora l'ex premier - ma da qui a sei mesi abbiamo una partita difficile. I populisti hanno perso ovunque, c'è ragione di credere che perderanno in Germania. Perciò giocheranno tutte le loro carte in Italia. E allora quel che abbiamo fatto il Pd deve costruire una proposta credibile per fermare i populisti in Italia. Il Pd deve essere all'altezza della responsabilità di essere argine al populismo".

"O cambiamo noi l'Italia o non lo fa nessuno" - "Non vi dico che sarà facile. Anzi, io troppo spesso l'ho fatta facile. Vi ho nascosto un po' di sudore, un po' di fatica. E forse, con il senno del giorno dopo, ho sbagliato. Sono andato molto di corsa, perché sento insieme a voi l'urgenza, l'impellenza di mettere mano ancora a molte cose. Ma una cosa ho capito nei tre anni di palazzo Chigi: forse non è così facile come l'ho raccontata, ma è possibile. L'Italia si può cambiare. E se non la cambiamo noi, l'Italia non la cambia nessuno".

"Ridurre le tasse, sono a un livello insopportabile" - Bisogna ridurre le tasse, in Italia sono arrivate a "un livello insopportabile". Lo ha detto Matteo Renzi parlando alla Festa dell'Unita'. "E dobbiamo ridurre la pressione fiscale. In Italia le tasse sono arrivate a un livello insopportabile. Io rivendico al Pd di avere ridotto le tasse, mentre gli altri ci fanno la campagna elettorale e poi usano gli italiani come bancomat". Renzi ha promesso: "Se tocchera' a noi, apriremo un nuovo patto fiscale con gli italiani allo scopo di creare posti di lavoro. Inutile parlare di sinistra se non si creano posti di lavoro".