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Orlando: "Il corrotto tradisce lʼItalia"

"Non sconfiggeremo la corruzione se non riusciremo a dare un segnale che deve caratterizzare tutte le forze politiche", ha spiegato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenuto al Senato sul ddl anticorruzione

andrea orlando,camera
ansa

"In questo momento storico chi si fa corrompere tradisce il Paese". Lo ha sottolineato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nel corso della sua replica al Senato sul ddl anticorruzione. L'appello del ministro è all'unità: "Non sconfiggeremo la corruzione se non riusciremo a dare un segnale che deve caratterizzare tutte le forze politiche. Ascrivo al governo - ha aggiunto Orlando - il merito di aver ricomposto posizioni diverse".

"Non ci siamo limitati ad inasprire pene" - "Non ci siamo limitati solo ad inasprire le pene", ha poi sottolineato, il ministro ricordando che, a tal proposito, nella legge Severino vi era, ad esempio, una "forbice tra reati meno gravi e quello più grande della corruzione". "Siamo intervenuti per registrare un dato - ha aggiunto - cosa c'è di più grave in un momento come questo che non, chi svolgendo funzioni pubbliche, produce un arricchimento improprio?"

"Stop propaganda, e' una emergenza" - "Se continua logica del più uno e di smarcarsi trasmettiamo un altro messaggio: diciamo che la corruzione è una emergenza ma poi si preferisce lucrare qualche voto - ha spiegato Orlandi -. Cessiamo di fare propaganda e diamo un sevizio al Paese".

"Ingiusto accusare neghittosità il Parlamento" - Il ministro della Giustizia ha poi definito "ingiusta" la polemica diretta "contro questo Parlamento accusato di neghittosità e di non voler affrontare un tema così rilevante come la corruzione". "E' una campagna sbagliata e ingiusta - ha detto nel corso della sua replica al Senato - che prescinde da un dato, le contraddizioni politiche ci sono in un organo deliberante, è normale che si abbiamo idee diverse su come contrastare la corruzione".