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No Tav, 38 le condanne in appello nel maxi processo

Soddisfatto il pg: "Nessuna attenuante sociale per gliimputati". La difesa: "Un passo avanti rispetto al primo grado, ma non basta"

E' terminato con 38 condanne il maxi processo d'appello ai No Tav per gli scontri in Valle di Susa dell'estate del 2011.

Le condanne più alte restano quelle a 4 anni e 6 mesi di carcere inflitte in primo grado. Gli imputati erano in tutto 47. Alcuni di loro, insieme al pubblico, hanno accolto la sentenza nell'aula 1 del Palazzo di Giustizia scandendo slogan.

Soddisfatto il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, secondo il quale "è stata riconosciuta la legittimità dell'operato delle forze dell'ordine in occasione degli scontri in Valle di Susa di cui ci siamo occupati e, soprattutto, non è stata riconosciuta agli imputati l'attenuante di avere agito per particolari motivi di valore sociale, contro la quale mi ero battuto duramente".

Critica invece la difesa: "La sentenza di primo grado non ci piaceva. Questo è un piccolo passo in avanti, ma non è ancora sufficiente". L'avvocato Claudio Novaro, uno dei difensori, spiega che "alcune condanne sono state ridimensionate. Ci sono stati casi di riconoscimento delle attenuanti generiche e di attribuzione della condizionale. Ma altre condanne restano francamente sproporzionate rispetto all'entità dei fatti e facciamo fatica a capire il motivo. Bisogna riconoscere il contesto entro il quale maturarono quei fatti".

tav