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Migranti, Viminale: "Lavori socialmente utili per chi i rifugiati"

La proposta del ministro dellʼInterno Minniti verrà presentata mercoledì al Parlamento, insieme alla revisione dei Cie

Migranti, si cambia: "Chi chiede asilo dovrà lavorare, servizi socialmente utili in cambio dello status di rifugiato".

Sembra rivoluzionario il piano che il ministro dell'Interno Marco Minniti intende presentare al Parlamento mercoledì, come anticipano alcuni quotidiani. E nella "svolta" del Viminale, oltre all'integrazione attraverso il lavoro e stage in azienda, sono previste le parole-chiave espulsioni e accelerazione nei rimpatri.

La novità: lavoro per ottenere lo status Il nuovo piano sull'immigrazione sarà presentato dal ministro Minniti mercoledì alla Commissione Affari costituzionali, nell'ambito di un progetto che coinvolge Regioni e Comuni. La maggiore novità è quella che prevede la possibilità che i richiedenti asilo vengano impiegati in lavori socialmente utili, non su base volontaria, ma un obbligo perché la pratica vada a buon fine. Convenzioni anche con aziende per gli stage.

Il permesso provvisorio A due mesi dall'arrivo, l'immigrato riceverà un permesso provvisorio, in attesa che la sua identità sia verificata. Così il richiedente asilo finirà in uno Sprar e il sindaco del comune ospitante offrirà opportunità di lavori socialmente utili. L'intento del ministro è far andare questo sistema a regime, in modo che, modificando l'attuale normativa, il lavoro diventi un requisito obbligatorio. C'è da superare, però, l'ipotesi retribuzione, che al momento rappresenta uno scoglio.

Riapertura dei Cie Cambieranno nome in Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) i vecchi Cie. E con il nome dovrebbe cambiare la loro organizzazione e il loro funzionamento, almeno in base a quanto dichiara il ministro Minniti. "I nuovi centri non avranno nulla a che fare con i vecchi, avranno governance trasparente e un potere esterno rispetto alle condizioni di vita all'interno", assicura. Si parla di centri piccoli, fuori dai centri cittadini e vicini a infrastrutture come gli aeroporti, da 80-100 posti, uno per regione, escludendo Valle d'Aosta e Molise, per un totale di 1.500-1.600 ospiti, non migranti senza permesso di soggiorno, ma sospetti criminali. All'interno sarà presente la figura di un garante per verificare il rispetto dei diritti e delle procedure. Poliziotti impiegati per le identificazioni, ma la sorveglianza spetterebbe all'esercito.

Le altre misure Tra le altre novità del piano immigrazione firmato Minniti ci sono: la riduzione a un solo grado di appello nel caso di bocciatura della domanda di asilo; gli accordi con i Paesi di provenienza; aumento del numero dei Comuni che danno accoglienza tramite incentivi (500 euro a migrante già stanziati). Proposta di modifica anche sul reato di clandestinità.