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Matteo Renzi: "Emilia Romagna? Nessun allarme, con noi il Pd vince"

Il presidente del Consiglio, ospite a "Matrix", ha difeso anche il patto del Nazareno: "Spero Forza Italia resti al tavolo. Se ce la mettiamo tutta lʼItalia riparte"

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Il premier Matteo Renzi non ci sta a considerare il forte astensionismo alle elezioni regionali come una campanelli di allarme. "Guardiamo i risultati: il Pd ha vinto anche queste elezioni, il Pd, da quando noi siamo alla guida del partito, ha fatto 5-0 - ha detto ospite a "Matrix", su Canale 5 -. Il Pd ha preso più voti di tutti gli altri in Europa. Se dobbiamo utilizzare i campanelli di allarme non sono certo le elezioni regionali dell'Emilia Romagna".

"Io penso tutti i giorni che noi dobbiamo riconquistarci la fiducia, ma i racconti superficiali del voto in Emilia senza considerare quello che era accaduto in Emilia lascia il tempo che trova", ha aggiunto Renzi. "Se le persone non sono andate a votare vuol dire che non siamo stati abbastanza convincenti, mi pare evidente. Guai a dire, come fanno alcuni politici, che gli altri non hanno capito, no, sei tu che non ti sei spiegato".

Il presidente del Consiglio ha una sua spiegazione per la scarsa affluenza alle urne. "La colpa è senz'altro dei politici. Però quello che è accaduto soprattutto in Emilia Romagna potrà anche avere a che fare con un dato di fatto oggettivo: si è votato fuori dalla scadenza naturale, il presidente Errani, che per me è un galantuomo, se ne è andato a seguito di una condanna, 41 consiglieri uscenti su 50 erano indagati - spiega -. Il risultato era ampiamente già scritto secondo i più. Ci sta che vada a votare poca gente. Chi però mi dice che quelli che non sono andati a votare sono i nostri dovrebbe riconoscere che per decidere se sono nostri o degli altri bisogna che vadano a votare".

"Spero Forza Italia rimanga al "tavolo"" - Gli accordi istituzionali? "Noi speriamo che Forza Italia rimanga al tavolo che abbiamo aperto con il Patto del Nazzareno - dice Renzi -. Sulle valutazioni politiche siamo su fronti diversi, ma questo non ci impedisce di rispettare e usare un tono diverso. Io non ne posso più della politica italiana che si insulta tutti i giorni. Da Berlusconi mi divide un'idea stessa della politica, una storia personale, ma credo che il mio problema oggi non sia quello di convincere o mettere i puntini sulle i su dibattiti sociologici e politici che lasciano il tempo che trovano. Io ho voglia di parlare dell'occupazione e del fatto che se ce la mettiamo tutta l'Italia riparte davvero".