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Mattarella, un anno da Presidente della Repubblica

Eʼ la figura politica più amata dagli italiani. In questi dodici mesi nessuno strappo ma una linea morale e politica ben definita

Mattarella, un anno da Presidente della Repubblica - foto 1
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Il 31 gennaio del 2015 Sergio Mattarella venica nominato dal Parlamento riunito in seduta comune Presidente della Repubblica.

E' passato un anno da quella nomina giunta al quarto scrutinio con 665 voti, poco meno dei due terzi dell'assemblea elettiva. Un Presidente discreto: in dodici mesi mai uno strappo, mai un tono più alto, si fa fatica a ricordare una polemica. Perchè non c'è stata.

Mattarella, un anno da Presidente della Repubblica

Discrezione, ma al tempo stesso estrema attenzione: al Quirinale non c'è un passacarte, ma un riformatore convinto, capace di usare lo strumento della moral suasion al massimo delle sue potenzialità.

Il Quirinale agli italiani - Il primo passo ufficiale di Mattarella fu un'apertura. Ha aperto il Quirinale ai cittadini: un'apertura quasi completa al pubblico del Palazzo, iniziative culturali ed artistiche per rendere l'antica dimora dei Papi davvero la "casa degli italiani".

Low profile anche nel viaggiare - Poi, a sorpresa, il neo-Presidente si materializza a Fiumicino, in coda come tutti, per prendere un volo Alitalia per la sua Palermo, dove ha casa e dove spesso è tornato per cercare di condurre un briciolo di vita normale. Niente voli di Stato per i suoi spostamenti privati. Sembrerebbe ovvio, ma non lo era nell'Italia della politica. E poi, ancora, il tram a Firenze e sempre meno accompagnatori nei suoi viaggi all'estero. E anche il taglio alla propria pensione. Prove di normalità che sembrano funzionare nella percezione pubblica, come dimostra l'ottimo indice di gradimento personale che Mattarella riscuote tra gli italiani.

Le bacchettate alla magistratura - Non è mancato, nel primo anno da Capo dello Stato di Mattarella, un richiamo alla magistratura perché sia la prima a difendere la propria indipendenza rifuggendo dai protagonismi. Eletto da poche settimane Mattarella ricordò proprio a Firenze, durante l`inaugurazione della Scuola della magistratura, che il magistrato è chiamato "a definire ogni giorno l'equilibrio fra diritti e doveri applicando le regole dettate dalla legge" ma il suo è "un compito né di protagonista assoluto nel processo né di burocratico amministratore di giustizia" perchè entrambi questi atteggiamenti "snaturano la fisionomia della funzione esercitata". Ai giudici chiese sin dall'inizio di chiudere le faide interne e lasciare il piedistallo del protagonismo: Voi siete chiamati "a definire ogni giorno l'equilibrio fra diritti e doveri applicando le regole dettate dalla legge" ma sempre ricordando che quello del magistrato è "un compito né di protagonista assoluto nel processo né di burocratico amministratore di giustizia".

Appelli contro mafia, corruzione e illegalità - Poca politica in senso stretto, come si vede. Anche se a scorrere i testi dei suoi interventi si vede una linea razionale di pensiero. Dai reiterati appelli alla lotta alla corruzione, alla necessità di ripristinare la legalità (partendo dalla politica ma senza dimenticare quella ormai penetrata nel dna degli italiani), all'invito fiducioso a battere la mafia (lui, così provato dall'assassinio del fratello Piersanti).

La solidarietà e l'accoglienza - In questi dodici mesi Mattarella si è trovato a dover rintuzzare rigurgiti xenofobi quando le nostre coste erano invase di barconi e il flusso sembrava inarrestabile. Sempre distinguendo tra immigrati e richiedenti asilo il Presidente ha più e più volte ricordato agli italiani il dovere della solidarietà e dell'accoglienza. Pur non mancando di senso comune come quando, recentemente, ha detto con chiarezza che gli immigrati che sbagliano e delinquono devono essere puniti ed espulsi.

Non abbassare la guardia col terrorismo - L'altra emergenza che sta investendo il suo settennato è quella del terrorismo fondamentalista. Su questo terreno scivoloso il Presidente si è mosso in piena sintonia con Renzi, evitando fughe in avanti dettate dall'indignazione del momento. Tenendo insomma l'Italia in un ruolo di collaborazione piena nei teatri internazionali, dall'Afghanistan al Libano, ma non cedendo a tentazioni interventiste sulla Libia, Paese dove l'attività diplomatica e di intelligence dell'Italia resta altissima.

Riforme necessarie e timone dritto sul caos banche - Sostenitore tenace della necessità di riformare il Paese non è mai entrato nel merito del duro dibattito parlamentare che ha contraddistinto il 2015, anche se si sa che personalmente è a favore della fine del bicameralismo perfetto. Solo alla fine del 2015 Mattarella è intervenuto con decisione su un tema di stretta attualità politica, quello dello scandalo delle banche, che stava pericolosamente minando un rapporto tra due istituzioni importanti come Governo e Bankitalia. "Occorre un accertamento rigoroso e attento delle responsabilità. Sono di importanza primaria la trasparenza, la correttezza e l'etica", anche se il sistema creditizio italiano si è dimostrato "più solido di altri", garantì prima di Natale.

Il più amato dagli italiani - Un anno da "arbitro imparziale" al Colle che, come chiese nel suo discorso di insediamento davanti alle Camere il 3 febbraio 2015, ha però bisogno dell'aiuto di tutti i giocatori. Atteggiamento che gli italiani sembrano aver premiato se la fiducia nel Capo dello Stato - certificata all'unisono da tutti gli istituti di sondaggio - supera il 60% e doppia quella nel presidente del Consiglio Matteo Renzi.