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M5s vs. Lega, scintille tra Bonisoli e Salvini sulla riapertura dei Navigli

Il progetto di "scoperchiare" 8 chilometri di corsi dʼacqua seppelliti dallʼasfalto è uno dei cavalli di battaglia del sindaco Pd Sala, ora difeso anche dal ministro dellʼInterno

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L'ultimo "oggetto" della discordia tra Lega e Movimento 5 Stelle è un luogo simbolo della città di Milano: i Navigli.

Il progetto di riaprire i corsi d'acqua coperti dall'asfalto - lanciato dall'allora sindaco Letizia Moratti e ora portato avanti dall'amministrazione Pd di Giuseppe Sala - ha ricevuto una sonora bocciatura dal ministro pentastellato ai Beni Culturali, Alberto Bonisoli, che lo ha definito una "totale sciocchezza".

"Assolutamente favorevole" al progetto di riqualificazione green del capoluogo lombardo si è dettoil vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

Nel mirino del ministro Bonisoli, nello specifico, è finito il progetto del Comune, ancora in via di definizione, che prevede di "scoperchiare" 8 chilometri di Navigli, dalla Martesana fino alla Darsena, con percorsi pedonali e piste ciclabili. I lavori per aprire i primi cinque tratti per 2,2 km dovrebbero partire nel 2020, per un costo stimato in circa 150 milioni di euro. "Riaprire i Navigli è una sciocchezza totale. Onestamente non vedo la ragione per farlo", ha commentato Bonisoli durante un incontro con i cittadini nel capoluogo lombardo, auspicando che venga fatto "un bel referendum".

A Milano "il referendum lo abbiamo già fatto. I Navigli sono storia, sono cultura, sono bellezza, arte e lavoro e riporterebbero Milano a essere una città d'acqua, rispettando ovviamente il commercio, il lavoro e la mobilità", ha replicato Salvini. "Lasciamo che siano i milanesi a decidere, e su questo hanno già deciso", ha spiegato il ministro dell'Interno, nella vicenda inedito alleato del sindaco Sala, riferendosi alla consultazione del 2011 che sulla riattivazione idraulica e paesaggistica dei canali ha visto prevalere i sì.

In difesa di Bonisoli e contro la riapertura dei Navigli si schierano però i sottosegretari Manlio Di Stefano e Stefano Buffagni insieme con i grillini lombardi. "Non è la priorità - spiega Buffagni - Concordo con Bonisoli: priorità è fare investimenti nelle nostre periferie, dalle scuole alle strade ai marciapiedi". Di "comunicazione ingannevole" parla Di Stefano, spiegando che "il progetto votato nel 2011 dai cittadini non è lo stesso che sta promuovendo ora Sala".

Ma il sindaco non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro: "Io sono straconvinto che sia una buona idea, il ministro Bonisoli è stato un po' drastico ma non è un urbanista, sociologo o uno che ha mai espresso un pensiero politico. Quindi, con il rispetto del fatto che è ministro, non mi preoccupo della sua opinione".