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Lega, guerra aperta tra Salvini e Tosi La Liga respinge il commissariamento

Sembra insanabile la rottura tra il segretario del Carroccio e il sindaco di Verona, che dice: "Crisi profondissima, sono incazzato"

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L'incontro tra Matteo Salvini e Flavio Tosi per ricucire la rottura nella Lega, dopo l'ipotesi del sindaco "ribelle" di candidarsi alle regionali in Veneto, non è bastato. "Ci siamo parlati, è stato un incontro interlocutorio per capire se ci può essere margine per ricucire una frattura profonda; diciamo che sono incazzato ma lucido", aveva detto Tosi. Ma in serata l'ennesimo strappo, con la Liga Veneta che respinge il commissariamento.

Il Consiglio 'nazionale' della Liga Veneta ha approvato "a maggioranza" la proposta formulata da Flavio Tosi di rinviare al "federale" il provvedimento di commissariamento della segreteria. Lo ha comunicato lo stesso Tosi. "Il Consiglio - ha detto - ha approvato la proposta di chiedere al Consiglio federale di rivedere la decisione del commissariamento, per un fatto di forma e di sostanza". La decisione è passata con 12 voti a favore e 3 contrari. Il 'commissario' elettorale, Giampaolo Dozzo, è uscito prima delle operazioni di voto.

"Chi continua a litigare e perdere tempo danneggia Zaia e la Lega, ma soprattutto annoia i veneti che dalla politica aspettano risposte concrete, non beghe. A questo punto, avanti con Zaia", ha commentato Salvini.

La decisione della Liga in tarda serata è solo l'ultimo atto di una giornata convulsa. Il tentativo di riconciliazione, organizzato in gran segreto a pranzo in un ristorantino a Milano, è fallito: Salvini e Flavio Tosi non trovano quell'accordo in extremis che avrebbe dovuto ricucire la "spaccatura profondissima" che li separa sulla formazione delle liste della Lega in Veneto a sostegno del governatore uscente Luca Zaia. Il segretario del Carroccio non cede alla richiesta del sindaco di Verona che vuole presentare una propria lista, seppure in sostegno a Zaia.

Tosi - "incazzato ma lucido", come si definisce lui stesso - non intende adeguarsi al diktat, rivendicando il diritto di indicare i candidati in quanto spetterebbe al segretario della Liga Veneta, ovvero a lui. Due posizioni che appaiono inconciliabili, eppure i contendenti hanno provato a dialogare. "Penso che con Tosi un accordo di buon senso si trovi. Noi non siamo una caserma; ognuno ha diverse sensibilità", spiega Salvini. "Ma conto che ciascuno rinunci a qualcosa di suo, a partire dal sottoscritto, nel nome della collettività". Il leader leghista non rinuncia a mandare un avviso al rivale: "Gli ultimi sondaggi che ho in mano dicono che Luca Zaia in Veneto vince con qualunque coalizione lo sostenga", ovvero anche senza Tosi. "Uso tutta la pazienza e la buona volontà del mondo, ma sono stufo di occuparmi di beghe".

Anche il primo cittadino scaligero prova ad abbassare i toni dello scontro. "Non ho deciso di lasciare la Lega", afferma. L'ipotesi di far approvare liste autonome dal consiglio della Liga Veneta in programma in serata viene accantonata per lasciare spazio ad un documento che "respinge il commissariamento" deciso a Milano. Il leader veronese alza lo scontro quando fa intendere di puntare tutto sull'orgoglio veneto: "Il Consiglio Federale ha commissariato la Liga: è una ferita profondissima e una decisione inaccettabile. Spero che riconsideri una scelta sbagliata".