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Lavoro, Renzi: "Superare l'articolo 18" "Bene compromessi, ma non a tutti i costi"

"Una profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare". Eʼ la decisione che Matteo Renzi ha chiesto di assumere alla direzione Pd. DʼAlema: "Meno spot dal governo". Bersani: "No al metodo Boffo"

renzi, direzione pd
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"Vi propongo di votare con chiarezza un documento che segni il cammino del Pd sui temi di lavoro e occupazione e che ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aprendo la direzione del Pd sulla riforma del Lavoro. Sulle divisioni interne al partito, il premier ha aggiunto: "Le mediazioni vanno bene, il compromesso va bene, ma non si fanno a tutti i costi".

Lavoro, Renzi: "Superare lʼarticolo 18" "Bene compromessi, ma non a tutti i costi"

"Riorganizzazione lavoro e welfare" - Alla direzione del Pd, Renzi chiede "una profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare". "Serve un Paese che vuole investire e dare risposte ai nuovi deboli che sono tanti e hanno bisogno di risposte diverse da quelle date finora. La rete di protezione si è rotta, non va eliminata ma ricucita, sapendo che c'è uno Stato amico che li aiuta".

"Dividersi dentro, ma poi uniti" - "Non siamo un club di filosofi, ma un partito politico che decide, certo discute e si divide, ma all'esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta - ha spiegato il premier - . Le mediazioni vanno bene, il compromesso va bene, ma non si fanno a tutti i costi i compromessi". "Ottanta euro sono un fatto di dignità prima ancora che di giustizia sociale e sono importanti per milioni di italiani e non per 100 editorialisti", ha ricordato Renzi.

"Rispetto Costituzione è avere lavoro, no art.18" - Il cuore del dibattito è però sull'articolo 18. "Il rispetto del diritto costituzionale non è nell'avere o no l'art. 18, ma nell'avere lavoro. Se fosse l'art.18 il riferimento costituzionale allora perché per 44 anni c'è stata differenza tra aziende con 15 dipendenti o di più? - ha sottolineato il premier. L'attuale sistema del reintegro va superato, certo lasciandolo per discriminatorio e disciplinare. Il lavoro non si crea difendendo regole di 44 anni fa, ma innovando".

"Risorse per ammortizzatori in legge di stabilità" - "Se vogliamo dare tutela ai lavoratori - ha aggiunto Renzi - non è difendendo una battaglia che non ha più ragione di essere ma intervenendo sugli ammortizzatori sociali con la garanzia del reddito per i disoccupati proporzionale all'anzianità contributiva, come succede in quasi tutti gli altri Paesi". Il premier ha quindi confermato che "in legge di stabilità saranno stanziate le cifre: sono disponibilissimo a ragionare di stabilità".

"Sindacato ha bisogno di essere sfidato" - "La riforma dei centri per l'impiego è uno sfidare il sindacato, e il sindacato ha bisogno di essere sfidato anche su questo". "In altri Paesi - ha proseguito - l'accompagnamento dei disoccupati è svolto dal privato no profit. E dove sta il sindacato o il terzo settore - ha concluso - se non a fianco di chi non ha lavoro?". Renzi si è quindi detto "pronto a riaprire" il confronto con i sindacati su "una legge sulla rappresentazione sindacale, la contrattazione di secondo livello e il salario minimo".

"In legge stabilità 2 mld riduzione costo lavoro" - Nella legge di stabilità ci saranno "almeno due miliardi di euro di riduzione del costo del lavoro, ha annunciato il premier, ribadendo che resterà il bonus degli 80 euro e ci sarà un miliardo e mezzo "per i nuovi ammortizzatori sociali".

D'Alema: "Meno slogan, così effetti del governo sono scarsissimi" - "Penso con sincero apprezzamento per l'oratoria che è un impianto di governo destinato a produrre scarsissimi effetti e questo comincia ad essere percepito nella parte più qualificata dell'opinione pubblica. Meno slogan, meno spot e un'azione di governo più riflettuta credo possa essere la via per ottenere maggiori risultati". Così Massimo D'Alema nel suo intervento in direzione del Pd.

Bersani: "Discutiamo, ma no al metodo Boffo" - "Cerchiamo di raffreddarci un po' la testa perché abbiamo i problemi dell'Italia da affrontare. Io dico la mia che non è di quello del 25%, del conservatore o di uno che cerca la rivincita o gioca la partita della vita. Attenzione: noi andiamo sull'orlo del baratro non per l'art. 18 ma per il metodo Boffo, uno deve potere dire la sua senza che gli si tolga la dignità e io voglio discutere prima che ci sia un prendere o lasciare". Lo ha detto Pierluigi Bersani.

"Riforma del lavoro ci vuole, ma l'art. 18 non è simbolico" - "Certo - ha spiegato Bersani - ci vuole una riforma del mercato del lavoro, che nel secondo Paese industriale deve voler dire qualità e produttività e sappiamo che non abbiamo qualità perché c'è troppa precarietà. Va bene unificare i contratti ma attenzione a dire che l'art. 18 è simbolico, non vale niente. Per 8 milioni di persone conta qualcosa nel rapporto di forza e per chi si dice di sinistra è una questione di principio: dice che non è tutto monetizzabile".