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La Rai pubblica i compensi sopra i 200mila euro

Le cifre ufficiali saranno rese note a Cda concluso ma fanno discutere le indiscrezioni: lʼex conduttrice Tiziana Ferrario percepirebbe 238mila euro e 203mila lʼex notista del Tg1 Francesco Pionati

L'operazione trasparenza avviata dalla Rai come richiesto dalla legge che riforma l'azienda del servizio pubblico, ha innescato un'immediata polemica.

A scandalizzare in modo bipartisan sono soprattutto gli stipendi sopra i 200 mila euro per giornalisti e direttori che di fatto non esercitano alcuna funzione, ma anche consulenze, appalti, bilanci, investimenti. Una operazione attesa già dallo scorso 26 maggio che oggi è approdata in Consiglio di amministrazione, ma che non placa il vespaio su alcuni emolumenti ritenuti altissimi per una azienda che non gode esattamente di una buona salute e su quelli di giornalisti parcheggiati, ma pagati profumatamente.

I numeri della discordia - Sono circa 94 dirigenti che superano i 200mila euro di compenso lordo annuo. L'elenco è stato messo online sul sito della tv pubblica e questi sono i numeri più significativi (importi lordi relativi al 2016): l'amministratore delegato Campo Dall'Orto guadagna 650mila euro, la presidente Monica Maggioni 270mila. Tra gli altri, l'ex direttore del Tg2 e di Raiuno Mauro Mazza percepisce 340mila euro annui, il notista politico del Tg1 ed ex deputato Francesco Pionati 203mila euro. L'ex dg Alfredo Meocci 340mila, Carmen Lasorella 204mila. Anna La Rosa, un tempo direttore di Raiparlamento, percepisce 240mila euro, Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, 280mila euro. L'ex mezzo busto del Tg1 Tiziana Ferrario 238mila euro. Il direttore di Rai3 Daria Bignardi guadagnerebbe 300mila euro, mentre il direttore di Raisport, Gabriele Romagnoli, haun compenso di 230mila euro.

La Commissione parlamentare - L'operazione trasparenza ha quindi messo a nudo gli sprechi del servizio pubblico tanto che il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, ha convocato in audizione la presidente, Monica Maggioni, e il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto per mercoledì 27 luglio alle 14. "Il punto sul Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale - spiega su Facebook Fico - che obbliga l'azienda a pubblicare sul proprio sito una serie di informazioni tra cui quelle su retribuzioni e curricula di dirigenti e consulenti sarà l'occasione anche per chiedere conto dello sforamento del tetto dei 240 mila euro per gli stipendi Rai". 

La posizione del Cda - Dal settimo piano di viale Mazzini è intanto arrivato l'appoggio del Cda a Maggioni e Campo Dall'Orto, ma anche un riflessione non poco critica. "Il Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale ha fatto emergere alcune problematicità che saranno affrontate in modo adeguato - si legge in una nota - Il Consiglio conferma il proprio supporto ai vertici perché si proceda, in tempi ragionevoli, all'individuazione di una soluzione nei casi di figure di dirigenti apicali che non hanno al momento un incarico specifico o corrispondente al proprio livello di retribuzione". L'obiettivo che si deve perseguire secondo i consiglieri è quello di evitare "il rischio di spreco di risorse aziendali o il persistere di sacche di privilegio ereditate dal lontano passato e non in linea con la sua nuova missione per il futuro in cui i vertici e l'intero CdA sono impegnati". Resta ferma la convinzione dei vertici di viale Mazzini "che il passaggio odierno sulla trasparenza è un momento di estrema importanza per la Rai e per il Paese" un "dispositivo chiave per la trasformazione sostanziale dell'azienda e per questo si vuole affrontare la sfida con il futuro in una logica costruttiva, di profondo cambiamento, e attraverso una serie di proposte concrete".

La replica di ad e presidente Rai - Maggioni e Campo Dall'Orto si sono detti sereni: "Per noi è una giornata molto importante", dicono raccontando come questa rivoluzione "non sia solo un obbligo, ma un'opportunità", "parte del servizio pubblico" e "un modo per essere coerenti con il percorso di un paese". Trasparenza, aggiunge Dall'Orto, "è sorella dell'innovazione. Non ci limiteremo al rispetto della norma, vogliamo portare online tutto quello che ci è consentito: abbiamo inserito anche gli stipendi del 2015 e da gennaio ci sarà il Qualitel. Sarà importante vedere l'effetto su un paese che ha bisogno di innovarsi".  "Nessuna bufera" interna, assicura la Maggioni, insistendo sul fatto che direttori e dirigenti svolgono un lavoro "enorme" con "grandi responsabilità" e "tutto questo va pagato".

Un'altra indagine interna, riportano dalla Rai, rivela anche che ''dal 2012 a oggi il costo della retribuzione dei dirigenti è sceso del 5%, quello dei dirigenti giornalisti del 6,4%''. Semmai, commenta il dg, ''sono piu' preoccupato che da domani'' con la pubblicazione delle cifre ''qualcuno possa essere sedotto da altre proposte e andare a guadagnare di più fuori''. E il mercato è il motivo per cui, come da norma, non verranno resi noti, invece, gli stipendi delle star. La trasparenza, aggiunge il dg, aiuterà anche il problema dei contenziosi, provocati spesso ''dall'immutabilità del ruolo'' prevista nei vecchi contratti perché ''la pressione aiuta a modificare strutturalmente i rapporti''. Quanto ai dirigenti senza collocazione, anch'essi al centro di polemiche, ''l'intenzione è che il numero vada a zero. Più difficile è per la parte giornalistica''.

Forza Italia - "Leggo sui giornali degli stipendi faraonici dei giornalisti/dirigenti Rai, fino a 55mila euro/mese del direttore generale e comunque nessuno sotto i 20-25mila/mese, persino per gli ex direttori senza mansioni. Ma cosa può pensare un povero cittadino che prende 300/400 euro mese e non riesce ad arrivare a fine mese e magari aiuta il nipote disoccupato o assiste un figlio disabile? Oggi ho capito perché la foga populista di Grillo vince, anzi stravince". È quanto afferma in una nota il senatore di Forza Italia, Francesco Giro.

M5s - "Lo sforamento del tetto di 240.000 euro è stato possibile grazie a un cavillo, del quale il Movimento 5 Stelle con un emendamento ha chiesto l'eliminazione, ma tutto il Pd ha votato contro. La responsabilità di questo megaspreco è loro. Se fosse stata applicata la legge si sarebbero risparmiati milioni di euro all'anno". E' quanto si afferma in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, in cui si dà conto dell'esito della votazione sull'emendamento a prima firma Mirella Liuzzi che proponeva di applicare in ogni caso ai dipendenti Rai il tetto agli stipendi. E su questo tema il M5s ha lanciato una campagna twitter contro ilPartito democratico: "Il Pd ha sbagliato? Il Pd paga. Chiediglielo anche tu con un tweet usando l'hashtag #PdPagaTu", scrivono i parlamentari cinquestelle.

Fratelli d'Italia - "Lo Stato pretende che ogni famiglia paghi 100 euro l'anno di canone Rai. Ci vogliono 6500 famiglie solo per pagare lo stipendio dell'amministratore delegato, che guadagna 650 mila euro l'anno. E servono decine di migliaia di famiglie per retribuire gli stipendi di decine e decine di mega dirigenti della tv di Stato. A voi sembra normale? Io penso che il tetto di 240 mila euro previsto per i dipendenti pubblici debba valere anche per la Rai". Lo afferma il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.