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Jobs Act, sì della Camera: il provvedimento torna al Senato

Il testo approvato con 316 sì: lʼintera opposizione non ha votato, e non hanno partecipato al voto nemmeno 40 deputati dissidenti del Pd. Fassina: "Renzi alimenta tensioni sovversive"

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Sì dell'Aula della Camera al Jobs act. Il testo, approvato a Montecitorio con 316 sì, 6 no e 5 astenuti, torna al Senato. Nessuno dei deputati dell'opposizione ha partecipato al voto finale. Quaranta deputati del Pd (tra i quali Cuperlo, Bindi, Boccia, Zoggia e D'Attorre) hanno invece disertato la seduta sul decreto legge sul lavoro.

Jobs Act, sì della Camera: il provvedimento torna al Senato

Di questi, 30 dissidenti avevano poco prima firmato un documento in cui spiegavano che, nonostante le modifiche apportate alla Camera, l'impianto della delega sul lavoro "non è soddisfacente". A votare contro, tra i deputati Pd sono stati invece Pippo Civati e Luca Pastorino, mentre si sono astenuti Paolo Gandolfi e Giuseppe Guerini. A nulla è dunque valso l'"ultimo appello all'unità del Pd" lanciato dal presidente del Pd Matteo Orfini.

Renzi: grazie a chi ha votato - "Grazie ai deputati che hanno approvato il jobs act senza voto di fiducia. Adesso avanti sulle riforme. Questa è #lavoltabuona". Così Matteo Renzi su twitter ringrazia i deputati dem.

Tra 40 non votanti del Pd,6 assenti "giustificati" - Marco Di Stefano, Francantonio Genovese, Simonetta Rubinato, Rosa Villecco Calipari, Francesca La Marca, Enrico Letta. Sono i deputati che, secondo quanto affermano fonti del gruppo Pd, non hanno partecipato al voto finale sul Jobs act in quanto assenti "giustificati", per diverse ragioni. Questi sei andrebbero dunque sottratti dal conteggio dei quaranta che, in base ai tabulati, non hanno votato il provvedimento.

Fassina: Renzi alimenta tensioni sovversive - "Le parole di Renzi non aiutano la pace sociale. Alimenta le tensioni sovversive e corporative". Lo afferma il deputato del Pd Stefano Fassina alla Camera nel corso della conferenza stampa della minoranza Pd sul Jobs Act.