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In arrivo una manovra da 30 miliardi Sul tavolo del governo tagli e risparmi

Oltre alla promessa di Renzi di abolire le tasse sulla prima casa, al vaglio lʼipotesi di taglio dei contributi per favorire le assunzioni. Da valutare anche il nodo partecipate

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ansa

Dopo i 25 miliardi ipotizzati la scorsa settimana, la manovra cresce di dimensioni, tanto che fonti di governo parlano ormai apertamente di "30 miliardi e forse qualcosa di più". Una cifra esatta arriverà però, come sempre, solo a fine settembre, quando l'esecutivo di Matteo Renzi tirerà le fila delle proposte sul tavolo. Iniziando probabilmente già giovedì, nel primo Cdm dopo la pausa estiva, a parlare di tagli e risparmi.

Sicuramente non potrà mancare la promessa del premier, Matteo Renzi, di proseguire sulla strada della riduzione fiscale partendo, l'anno prossimo, con l'abolizione della tassa sulla prima casa, che costerà circa 4 miliardi. Il governo continua però a ragionare anche sulle pensioni, e tra le proposte emerge sulla stampa anche quella di un taglio di 6 punti ai contributi per facilitare le assunzioni a tempo indeterminato. Fonti di governo fanno però notare che questa ipotesi, se dovesse diventare realtà a costo zero per lo Stato, porterebbe a un "taglio di almeno mezzo stipendio l'anno e una sicura riduzione della pensione". In caso contrario si porrebbe il problema di coprire la spesa.

Molti altri sono però i capitoli allo studio per recuperare risorse. Sono soprattutto quelli relativi al taglio delle spese pubbliche ora nelle mani di Yoram Gutgeld. E alcune indicazioni arrivano proprio dall'ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli che parla dal Meeting di Cl a Rimini nella sua veste di direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale. E spiega che nel settore della sanità sono possibili risparmi ulteriori "tra i 3 ed i 5 miliardi senza stravolgere il sistema, senza contare i risparmi sugli acquisti di beni e servizi". Ci sono quindi "margini importanti. L'importate è procedere con un intervento mirato".

Per quanto riguarda le partecipate, Cottarelli non vede positivamente la scelta del governo di adottare lo strumento della delega legislativa, ribadendo che su questo fronte sarebbero possibili "interventi ulteriori per 2-3 miliardi". Insomma complessivamente è "credibile e raggiungibile" l'obiettivo di 10 miliardi per il prossimo anno messo in cantiere con la "spending review 2.0" del governo.

E che le partecipate siano un tema caldo lo testimonia anche la ricerca di Confartigianato, secondo cui le società sono ormai 1.782 e in tre anni il caro tariffe dei servizi locali è salito del 9,9% a fronte di un'inflazione contenuta a un aumento dell'1,7%. Ma il problema è, oltre alle tariffe, quello delle tasse locali che, secondo Cgia, in termini assoluti hanno registrato un aggravio di 34,6 miliardi da Regioni ed enti locali. Ma non da meno è stato il peso del fisco nazionale che è aumentato di ben 100,7 miliardi.

Infine, sul tavolo c'è il tema della crescita e della flessibilità. Alla luce delle ultime turbolenze sui mercati si conferma infatti, secondo gli economisti, l'ipotesi che l'anno prossimo il Pil italiano cresca meno dell'1,4% ipotizzato dal governo nel Def. Se così fosse, Roma si troverebbe in difficoltà nell'ulteriore richiesta di flessibilità sui conti da avanzare a Bruxelles in autunno per reperire altri 4-5 miliardi. Ma il governo si dice certo che il target di crescita, a fronte di una politica economica efficace, potrà essere centrato.