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Il Giornale regala Mein Kampf, Sallusti: "Bisogna conoscere il male"

Lʼiniziativa giudicata "squallida" da Renzi e dal Pd. Ma il direttore del quotidiano sottolinea che "con certi venticelli che soffiano qua e là in Europa e in Medio Oriente, per non ripetere un errore fatale bisogna conoscere"

"Su una tragedia simile non si gioca, semmai è il contrario.

Con certi venticelli che soffiano qua e là in Europa e in Medio Oriente serve capire dove si annida il male per non ripeter e un errore fatale". Così il direttore de "Il Giornale", Alessandro Sallusti, risponde in un editoriale alle critiche sollevate dopo che il quotidiano ha regalato ai propri lettori una copia del "Mein Kampf" di Adolf Hitler.

Sallusti respinge il sospetto di aver condotto un' operazione elettorale per strizzare l'occhio all'elettorato di estrema destra in vista dei ballottaggi per i Sindaci delle grandi città fra otto giorni. "La maggior parte delle critiche - spiega - sono legittime e comprensibili. Le preoccupazioni della comunità ebraica italiana che ci ha sempre visto e ci vedrà al suo fianco senza se e senza ma, meritano rispetto. Escludo però che ad alcuno possa anche solo sfiorare l'idea che si tratti di un'operazione apologetica o anche solo furba".

Nonostante la spiegazione del direttore de "Il Giornale", però, le polemiche non si placano. E sul caso interviene anche il premier Matteo Renzi, che in un tweet giudica "squallido che un quotidiano italiano regali oggi il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio affettuoso alla comunità ebraica". Gli fa eco, sempre sul social network, il presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale "distribuire Mein Kampf di Hitler è decisione grave, memoria merita rispetto. Mia solidarietà a tutte le famiglie vittime di Olocausto".

E se dal Pd si levano voci unanimi di condanna dell'iniziativa, giudicata "squallida", Scelta Civica parla, per voce di Gianfranco Librandi, di "una scelta sbagliata, ma che va considerata per quel che è: una provocazione inutile, che ha l'unico obiettivo di far parlare di sé, ma che non aggiunge e non sottrae nulla al dibattito politico e culturale del Paese. Sarebbe altrettanto sbagliato reagire alla provocazione con reali o simboliche messe al rogo del libro, perché questi sono i metodi amati appunto dai nazisti e non da noi cittadini di una democrazia liberale".