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Elezioni, Renzi: "Basta chiacchiere, ora al lavoro e alla lotta" | E il Pd annuncia i primi candidati

Tra i nomi che sicuramente saranno in lista ci sono Carla Cantone e Paolo Siani

Elezioni, Renzi:
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"Se il governo non lo facciamo noi, va nelle mani di chi ha un rapporto strano con la realtà.

Come Salvini e Di Maio che sono gemelli diversi". A dirlo, durante la direzione del Pd, è il segretario del partito, Matteo Renzi, che invita: "Ora basta chiacchiere, al lavoro e alla lotta". Per Renzi, nei sondaggi "i segnali di una ripresa ci sono", ma "non si può vincere parlando solo alla testa degli elettori".

E arrivano anche i primi nomi dei candidati per il Pd. Il medico napoletano Paolo Siani. L'ex segretaria dei pensionati della Cgil Carla Cantone. E i ministri in carica, a partire dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Matteo Renzi annuncia i primi candidati ufficiali del Partito democratico alle prossime elezioni.

Per tutti gli altri, a partire dai parlamentari in carica, l'attesa si protrae di altri dieci giorni: sapranno se sono in lista non prima del 25. Con un'avvertenza: non ci sarà posto per tutti gli uscenti e "non ci sono collegi sicuri" tranne per chi porta voti. Renzi, riunendo la direzione, ammette che la sfida è particolarmente "difficile" per il Pd. Per questo la richiesta è mettere da parte le discussioni e i giochi "sul dopo" e fare squadra, andando "casa per casa".

"Una presenza così ampia dimostra che quando si parla di clima e ambiente la partecipazione è massiccia...", premette Renzi guardando la platea che affolla la sala del Nazareno che ospita la riunione della direzione. Il segretario, il cui cellulare in questi giorni è intasato dai messaggi di autopromozione, ironizza sull'ansia da candidatura malcelata dai deputati che nel pomeriggio sono alla Camera per votare le missioni, poi tracimano in direzione, come De Luca Jr.

E prova a riportare l'attenzione del partito sulla palla della campagna elettorale. C'è chi tra i Dem già fa scenari per il dopo e chi al segretario ha suggerito di fare un passo di lato in favore di un altro candidato premier. Ma Renzi avverte che il suo schema è "fare squadra", puntando sul valore aggiunto di avere "un team più credibile degli altri". Tutti uniti, per contendere i singoli voti "casa per casa: ogni ragionamento sul dopo si fa dopo, basta discussioni".

Ma per Renzi i nemini della campagna elettorale non sono all'interno: "C'è un evidente disegno strategico con di noi e contro il Pd", un disegno alimentato da "fake news" come quella sui sacchetti di plastica e "prove fabbricate" come quelle di Consip. Il Pd, annuncia, si concentrerà sulle proposte, a partire da quella che sarà lanciata sabato, di un'Europa più politica, e sulla concretezza per invertire il trend negativo dei sondaggi ("Ci sono già segnali di ripresa") conquistando i moderati.

Il leader Dem ribadisce che punterà sul simbolo Pd per essere "primo partito" e, quanto alla coalizione, annuncia che si stanno per chiudere gli accordi con +Europa, Insieme (i suoi esponenti in giornata incontrano i Dem) e Civica e popolare, mentre in giornata sigla l'intesa con Svp e Patt.

Il regolamento per le candidature - Quanto alle candidature, la direzione approva all'unanimità un regolamento che esclude gli eletti uscenti che non sono in regola con il pagamento delle quote al partito e per il resto affida ogni decisione finale, su proposta dei territori, al segretario. "Decide tutto Renzi", sintetizzano dalla minoranza. E così, se si escludono il premier e i ministri in carica, ai quali la deroga per la ricandidatura è stata già concessa, per i consiglieri regionali, così come per gli esponenti Dem che hanno superato i 15 anni di mandato in Parlamento, da Roberto Giachetti a Beppe Fioroni e Piero Fassino, sarà il leader Dem ad avere l'ultima parola. La direzione per le liste sarà la prossima settimana.