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Conte: "In Italia non solo un caso Roma ma un caso corruzione"

Il premier: "Massima attenzione del governo su codice appalti, bisogna intervenire anche sulle zone opache di lobby e Fondazioni". Il presidente dellʼAnac, Cantone: "No a retromarcia"

Conte:
ansa

Nel nostro Paese esiste non solo un "caso Roma", ma "un caso corruzione sul quale dobbiamo sempre stare attenti".

A dirlo è il premier, Giuseppe Conte, che commentando gli arresti per corruzione nella vicenda dello stadio della Roma sottolinea che "dobbiamo lavorare noi regolatori, le autorità come l'Anac e l'autorità giudiziaria, ognuno nell'ambito delle sue competenze".

"Massima attenzione del governo su codice appalti" - Commentando fuori del Senato la relazione del presidente dell'Anac Raffaele Cantone, il premier precisa che l'Autorità Anticorruzione "è strumento che riteniamo come governo molto utile sul piano della prevenzione e del contrasto alla corruzione", e nella sua relazione "emerge un dato significativo che è il riconoscimento che il codice degli appalti del 2016 che è in via di attuazione" richiede "interventi regolatori, di messa a punto". "Quindi dovremo valutare. Su questo fronte l'attenzione del governo è massima", aggiunge.

"Intervenire su zone opache di lobby e Fondazioni" - "Mi sembra utile il richiamo alla necessità di un intervento regolatorio che vada a contrastare e prevenire la corruzione in quelle zone opache dove si annida l'operato delle lobby e delle Fondazioni collegate alla politica - spiega ancora Conte -. E' questo uno dei segnali interessanti che ho ricavato da questa relazione".

Cantone: "Su appalti regole chiare, no a retromarcia" - Nel suo discorso per la relazione annuale, il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, ha spiegato che la materia degli appalti "ha certamente bisogno di scelte chiare da parte del nuovo legislatore" e "il rilancio del sistema dei lavori pubblici necessita non solo di regole semplici e comprensibili, ma anche stabili, per consentire alla burocrazia il tempo di digerirle per applicarle in modo corretto". Ma "una completa retromarcia rischierebbe di creare un'ulteriore fase di fibrillazione con una nuova crisi del settore dalla quale, sia pure a fatica, si sta lentamente uscendo".

A poco piu' di due anni dall'emanazione del nuovo Codice appalti, ha aggiunto Cantone, "non si va ancora nella direzione auspicata". "Su alcuni aspetti - ha detto - anche per non sempre giustificate critiche si è già fatta marcia indietro con il correttivo 2017; sono riapparse, per molti interventi, deroghe ad hoc e di recente alcuni hanno persino richiesto l'abrogazione del Codice, senza che nemmeno le più interessanti novità siano entrate in vigore"