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Camera, sì al tetto degli stipendi Retribuzione massima: 240mila euro

Con 13 voti a favore lʼUfficio di presidenza ha dato il via libera alla riforma del sistema retributivo del personale. I dipendenti protestano

matteo renzi camera deputati
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Arriva il via libera dell'Ufficio di presidenza della Camera alla riforma del sistema retributivo del personale in servizio a Montecitorio. Il piano, che introduce il tetto massimo a 240mila euro e sottotetti retributivi per tutte le categorie è stato approvato con 13 sì, 5 astenuti (3 M5S, 1 Lega e 1 SC) e 2 non partecipanti al voto (1 Fi e 1 Fdi). I sindacati dei lavoratori di Montecitorio hanno contestato la decisione.

Ad astenersi sono stati i tre componenti dell'Ufficio di presidenza del Movimento 5 Stelle, Davide Caparini della Lega e Stefano Dambruoso di Scelta Civica. A non partecipare al voto sono stati Simone Baldelli di Forza Italia ed Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia.

Dambruoso: "Non si eliminano sperperi" - "La decisione non soddisfa quella richiesta forte proveniente dagli elettori che vogliono l'eliminazione degli sperperi economici consumatisi nei Palazzi del potere romano in questi anni". Lo afferma Stefano Dambruoso (Scelta Civica) spiegando i motivi per cui non ha votato a favore del provvedimento.

Dipendenti sul piede di guerra - "E' falso dire che non ci sentiamo in dovere di fare la nostra parte. La possibilità di discutere le nostre proposte ci è stata completamente negata, come quella di avanzare controproposte. Risulta incomprensibile soprattutto la ragione per la quale si vorrebbe negare un trattamento analogo a quello applicato ai dipendenti del Quirinale (tetto di 240mila euro e contributi straordinari) il cui recepimento è stato pure richiesto dalla stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali". E' la posizione dei sindacati dei dipendenti della Camera, che chiedono "un ripensamento che coniughi la comune esigenza di rigore con la necessità di preservare l'efficienza dell'amministrazione della Camera e il rispetto dell'Ordinamento giuridico vigente".

Da tetti a stipendi risparmi per 97 milioni in 4 anni - E' di oltre 96,9 milioni (60,1 per la Camera e 36,7 per il Senato) il risparmio tra il 2015 ed il 2018 determinato dai tetti agli stipendi dei dipendenti di Montecitorio e Palazzo Madama approvato dai rispettivi uffici di presidenza. Lo hanno spiegato le vicepresidenti di Camera e Senato, Marina Sereni e Valeria Fedeli. Le misure scatteranno il primo gennaio 2015 per andare a regime in quattro anni con un sistema a scaglioni per tutte le categorie. Entro fine anno nascerà il ruolo unico dei dipendenti del Parlamento.