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Camera, scontro sul ddl M5s per tagliare gli stipendi agli onorevoli

Il premier ha avanzato unʼalternativa da realizzare dopo il referendum del 4 dicembre: indennità in base alle presenze in Aula

Arriva in Aula alla Camera il disegno di legge proposto dal M5s per il taglio del 50 per cento della parte fissa dell'indennità dei parlamentari e la riduzione della diaria.

Su indicazione del Pd, la prima commissione Affari costituzionali lo ha mandato subito in dibattimento senza relatore e con un fardello di circa cento emendamenti. Il ddl insomma, non ha alcuna chance di essere approvato subito anche se dalle fila grilline si affrettano a dire che, una volta realizzato, farebbe risparmiare 61 milioni di indennità e 26 milioni di spese.

A poche settimane dal referendum, Matteo Renzi non vuole esporsi su un tema tanto delicato e ospite di Lucia Annunziata nella trasmissione televisiva "In 1/2 h" ha annunciato che "il Pd studierà il ddl del M5s ma il problema è come si taglieranno questi costi. Il Movimento butta in corner quando è in difficoltà. La loro proposta nel merito rischia di non funzionare". Il premier ha avanzato anche una propria alternativa che il suo partito potrebbe appoggiare dopo il 4 dicembre: "Perché ai parlamentari, anziché dare l'indennità piena non la diamo per le presenze in Aula?"

La bordata è in particolare rivolta al vice presidente dell'assemblea, il grillino Luigi Di Maio, al centro di polemiche dopo la diffusione delle sue note spesa per le attività istituzionali: "Di Maio ha il 37 per cento delle presenze e allora diamogli il 37 per cento delle indennità. I Cinque Stelle giocano a fare i puri ma poi sono come gli altri".

Ma quanto guadagna davvero un parlamentare? Senatori e deputati ricevono una indennità mensile pari a oltre 10mila euro lordi (che si riducono a circa 5mila netti), a cui si sommano un "rimborso per le spese accessorie di viaggio" pari a circa 1.650 euro, due quote da 2.090 euro per le spese di segreteria chiamate "spese per l'esercizio del mandato". Quando un onorevole viene sanzionato perché non presente almeno al 30 per cento delle votazioni gli viene decurtata la diaria di 250 euro al giorno, ma l'indennità di 10mila euro non viene toccata. 

Diverso discorso per questori, presidente, vice presidenti, segretari di aula, capigruppo, presidenti di commissione, deputati in missione che vengono considerati sempre assenti giustificati e quindi non multabili. 

La discussione sulle linee generali della proposta di legge "Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento" comincerà lunedì 24 ma andrà avanti martedì 25 ottobre: per questa giornata è previsto il pienone anche in tribuna.

Beppe Grillo ha fatto sapere che sarà presente in tribuna e che ci sarà una nutrita presenza di militanti del M5s in piazza Montecitorio: "Scenderemo e vi aggiorneremo costantemente su quanto accade in aula. Saranno giornate che non dimenticheremo".

La replica - Ha affidato a un post Facebook la sua reazione il vice presidente della Camera Luigi Di Maio: "Renzi ci dica chiaramente se il Pd voterà oppure no la nostra proposta per dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Se vogliono fare proposte ben venga, se invece vogliono rimandare la proposta in commissione significa affossare tutto e tenersi il malloppo. Non dica inesattezze, noi guadagniamo 3mila euro al mese e rendicontiamo tutti i rimborsi, lui prende più di 5mila euro e non sappiamo quello che si fa rimborsare. Lo sfidiamo a dare massima trasparenza su quanto spende, a partire dall'aereo da 170 milioni di euro".