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Boschi, la Camera dice no alla sfiducia Il ministro: "Nessun conflitto interessi"

I no alla mozione presentata dai Cinque Stelle sono stati 373 contro 129 sì. Prima del voto, la Boschi ha ricostruito la vicenda Banca Etruria respingendo le accuse e assicurando: "Se mio padre ha sbagliato pagherà"

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La Camera ha respinto la mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento 5 Stelle contro il ministro Maria Elena Boschi per la vicenda banche. I voti a favore della mozione sono stati 129 contro i 373 no. Renzi commenta da Bruxelles: "Clamoroso boomerang", mentre il ministro in Aula accusa: "Una campagna contro la mia famiglia e contro il governo".

La Boschi si è difesa davanti alla Camera dopo le accuse di essere coinvolta in una vicenda di conflitto di interessi. E ha lanciato la sua sfida ai colleghi che hanno firmato la mozione di sfiducia. "Io sono dalla parte delle istituzioni e non ho mai favorito familiari o amici, non c'è nessun conflitto di interessi", ha detto chiedendo un giudizio della Camera sul fatto se abbia o no tratto "vantaggi" dalla vicenda Banca Etruria.

"I colleghi sono liberi di pensare quello che vogliono ma dico che le maldicenze, le invidie e i chiacchiericci che mi hanno coinvolto non mi fanno paura, anche perché ho avuto attestati di stima ed amicizia non solo da parte dei colleghi ma anche di cittadini che mi incoraggiano ad andare avanti".

"Attacco alla mia famiglia e al governo" - "Non è mia intenzione esprimere valutazioni per la campagna contro la mia famiglia e contro il governo", ha detto ancora il ministro. "Sono orgogliosa di far parte di un governo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi - ha assicurato -. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non c'è spazio per doppie misure e favoritismi".

Ma ha anche precisato: "Quella della mia famiglia è una storia semplice, umile e forte. Non mi arrabbio per le maldicenze che ho sentito raccontare in questi giorni. Ma se avrò la fortuna di essere madre spero che i miei figli siano orgogliosi di me come io lo sono di lui".


"Volete indebolire il governo? Lasciate perdere" - Il ministro ha chiuso dichiarando: "Volete indebolire il governo colpendo me? Lasciate perdere. La realtà dei fatti è molto più forte del qualunquismo, della demagogia e del populismo che dice che alcuni non sono uguali davanti alla legge. Nella nostra Italia siamo tutti uguali davanti alla legge e questo è dimostrato. Auguro a tutti voi di giudicare i fatti, che sono più forti della demagogia. A chi pensa così di indebolire il governo, dico: lasciate perdere. Il governo è attrezzato per respingere attacchi e portare avanti la nostra azione. Non ci fermeranno le bugie, ma andremo avanti per dare all'Italia una nuova opportunità".

Renzi: "Finito il tempo delle leggi ad personam" - Anche il premier ha commentato la vicenda dal vertice Ue a Bruxelles e ha detto che "il tempo delle leggi ad personam è finito. Non c'è stato nessun favoritismo, non guardiamo in faccia a nessuno. Il nostro governo mette cuore e coraggio".

E ha aggiunto: "Leggendo l'intervento del ministro Boschi e le risposte in aula, mi pare del tutto evidente che si sia trattato di un clamoroso boomerang per il Movimento 5 stelle".

"Questo governo ha salvato 1 milione di persone" continua Renzi, sottolineando che "non c'è alcuna reticenza a dire che ha permesso di salvare 7.200 stipendi e un milione di correntisti e senza mettere un centesimo di denaro pubblico: lo abbiamo fatto con i soldi delle banche". E, continua "lo abbiamo fatto senza alcun conflitto di interessi". La mozione di sfiducia "ha paradossalmente consentito al ministro Boschi di dimostrare che non c'è stato alcun favoritismo".

Di Battista: "Prendete in giro gli italiani" - Molto duro l'intervento di Alessandro Di Battista in Aula. "Il dottor Boschi - ha detto - è stato nominato vice presidente un mese dopo che la figlia è diventata ministro pensate di prendere in giro il Paese con il vostro doppiogiochismo".

"La Boschi ha un conflitto di interessi grande non come una casa, ma come una banca tutelata dall'intervento del governo - ha aggiunto -. Lei è il punto d'intermediazione tra la banca e suo padre, non ci interessa il quantitativo ma la problematica politica. Un ministro deve essere al di sopra di ogni sospetto e lei non lo è. Il fatto che non fosse presente ai consigli dei ministri dove sono stati assunti provvedimenti in materia di banche avvalora il suo conflitto d'interessi e non la protegge".