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Biotestamento, dopo 2 anni di iter e 3 rinvii: ddl mercoledì in Aula

La legge sul fine vita finalmente sarà discussa in Parlamento. Si teme lʼostruzionismo di Lega e Fratelli dʼItalia. Anche se i numeri sulla carta ci sono: Pd e M5s sono dʼaccordo sul testo

Si è iniziato a parlare di legge sul Biotestamento già 8 anni fa con il caso Eluana Englaro, ma solo due anni fa si è arrivati a un testo, frutto di sedici progetti, che potesse essere discusso in commissione Affari sociali.

Un disegno di legge che è fermo da due anni, quindi, e che finalmente, dopo il terzo rinvio per lo sbarco in Aula, mercoledì uscirà dalla macchina della commissione per approdare a Montecitorio. Lega, cattolici e FdI promettono battaglia. Ma la relatrice Pd Donata Lenzi afferma: "Sulla carta c'è una grande maggioranza: Dem e M5s sono d'accordo sul testo che entro aprile dovrebbe essere approvato; sperando che il governo resista".

I tre punti in discussione - Il testo che mercoledì dovrebbe approdare in Aula prevede tre punti focali. Al centro del discorso c'è il Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, ossia il testamento biologico che introduce la possibilità di lasciare per iscritto le proprie disposizioni nel caso in cui un paziente si trovasse non in grado di intendere e di volere, senza ripercussioni giudiziarie per i medici. L'altro punto focale è l'attribuzione di un fiduciario: nel testamento si indica una persona di fiducia che rappresenti il paziente nelle relazioni con il medico. E infine la possibilità di revocare le cure, nel caso in cui si cambi idea.

Voto segreto in Aula - Donata Lenzi teme l'ostruzionismo dei cattolici, di Fratelli d'Italia e di Lega, anche se Luca Zaia ha chiesto al partito di lasciare libertà di coscienza. Si teme il fuoco amico, il voto in Aula infatti sarà segreto. Però sulla carta i numeri ci dovrebbero essere: Pd e M5s sono d'accordo sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama. Il presidente della commissione Affari sociali, Mario Marazziti, che si è speso in prima persona per mettere d'accordo le parti facendo ridurre gli emendamenti da 3.200 a 288, ha dichiarato: "Ci accorderemo sul concetto di cure proporzionali ed efficaci, su cui concorda anche la Cei. Ma anche se sfornassimo la legge sul Biotestamento domani, per Dj Fabo non potremmo fare nulla".