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Bersani diserta incontro del NazarenoRenzi: stupito dalle polemiche

Niente incontro con i parlamentari del Pd e con Matteo Renzi. "Non ci penso proprio", spiega Bersani ad Avvenire. Lʼex segretario attacca poi lʼItalicum ("Non voterò") e il Jobs act ("Eʼ fuori dalla Costituzione")

pier luigi bersani
ansa

Pier Luigi Bersani non andrà all'incontro dei parlamentari del Pd fissato dal premier Matteo Renzi per venerdì al Nazareno. "Non ci penso proprio. Perché io mi inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto", dice l'ex segretario del Partito democratico in un'intervista ad Avvenire.

"Se ddl Boschi non cambia non voto Italicum" - Bersani lancia anche un secco avvertimento al premier Matteo Renzi su Italicum e riforma costituzionale: "Il combinato disposto tra i due testi "rompe l'equilibrio democratico. Se la riforma della Costituzione va avanti così io non accetterò mai di votare la legge elettorale".

"Jobs act fuori da ordinamento costituzionale" - Il Jobs act "mette il lavoratore in un rapporto di forze pre-anni '70" e perciò si pone "fuori dall'ordinamento costituzionale", attacca ancora Bersani.

Renzi: stupito da polemiche nel Pd - "Nessuno ha la verità in tasca: noi siamo per il confronto sempre". Così il premier Matteo Renzi si dice "stupito" di chi, nella minoranza Pd, "gioca la carta della polemica interna" disertando l'incontro di venerdì.

"Basta vecchi caminetti" - E rivendica di essersi sempre misurato su tutti i temi con un metodo "aperto e inclusivo", tutt'altra cosa rispetto ai "caminetti ristretti del Pd vecchia maniera". "Il nostro è un Partito Democratico, nel nome ma anche nelle scelte e nel metodo", aggiunge replicando a Bersani.

"Sempre discusso nel partito" - "Tutte le principali decisioni di questi 15 mesi sono state discusse e votate negli organismi di partito: dal Jobs Act fino alle riforme costituzionali, dalla legge elettorale alle misure sulla legge di Stabilità. Abbiamo organizzato iniziative su scuola, politica estera, Europa, forma partito, sociale, enti locali e molto altro". Per venerdì, spiega il leader dem, "abbiamo offerto una opportunità in più, una semplice occasione di confronto, come sempre diretto e schietto, che pensavamo potesse essere apprezzata da chi spesso chiede più collegialità. Un semplice scambio di idee, convinti come siamo che solo ascoltandoci possiamo migliorare".

"Il nostro popolo, quello che ci vota alle primarie e che, dopo tante sconfitte, ci ha dato il 41% per cambiare l'Europa e l'Italia, non si merita polemiche ingiustificate persino sugli orari e sulle modalità di convocazione di questi incontri informali. Sul piano esterno, abbiamo delicati dossier aperti, a cominciare dalla crisi libica. Sul piano interno, proprio mentre costruiamo le condizioni della ripresa, una nuova destra di stampo populista europeo prova a sfidare il Pd. Non abbiamo tempo da perdere, non sprechiamo neanche un minuto in polemiche sterili. Al lavoro, per ridare speranza e fiducia all'Italia".