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Berlusconi: "La manovra è un disastro e sarà bocciata dall'Europa"

Il leader di Forza Italia critica quindi il reddito di cittadinanza, definito "una presa in giro", e il decreto dignità, e indica lʼunità del centrodestra come indispensabile

Berlusconi:
tgcom24

"Questa manovra è un disastro e sarà bocciata dall'Unione europea".

Lo sostiene il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. "Il governo - è l'auspicio di Berlusconi - ha ancora qualche ora di tempo per cambiarla. Questa manovra avrà dei risultati molto negativi su tutti i risparmi degli italiani, sui valori di Borsa, sui valori dei titoli del nostro debito pubblico".

"Il reddito di cittadinanza - ha poi sottolineato Berlusconi - è una menzogna incredibile che mi preoccupa molto. Loro dicono: abbiamo abolito la povertà. Ma come si può raccontare una storia simile agli italiani e non trovare anche personaggi dello stesso governo che dicono 'basta' a questa bufala? Stanno pigliando in giro gli italiani". E sottolinea che "tutte le dichiarazioni che vengono fuori, come 'ti do 780 euro ma ti dico io come spenderli', sono lontanissime da quello che deve essere uno Stato di libertà. Ci sono 9 miliardi a disposizione, 780 euro a persona. Quindi, in un anno, una persona deve ricevere 9.300 euro. Nove miliardi diviso 9.300 euro è qualcosa di meno di un milione di persone".

Il leader di Forza Italia, quindi, attacca il decreto dignità, spiegando che è "l'unico decreto finora sfornato" e che per giunta "va contro la libertà dei singoli imprenditori, va contro l'interesse dei lavoratori, farà perdere posti di lavoro".

Il leader di Forza Italia rigetta quindi qualsiasi ipotesi di ambire a Palazzo Chigi: "Sono stato al governo quasi dieci anni, quindi non ho nessuna ambizione politica". Però Berlusconi si dice "molto preoccupato per quello che accade oggi in Italia, perché vedo che una parte del Governo si comporta come se avesse dentro un sentimento dello Stato etico, che non è quello dello Stato che non ruba - forse non hanno studiato, non lo sanno - ma è quello dello Stato che decide lui per i suoi cittadini cos'è bene e cos'è male, e che impone ai cittadini quello che devono fare, trasformando in questo modo i cittadini in sudditi". Il leader di Forza Italia sottolinea quindi che "questa deriva autoritaria la sento tutti i giorni dalle dichiarazioni di partecipanti al governo", ma "non vedo reazioni adeguate dall'altra squadra di governo, cioè dai nostri alleati della Lega, e quindi sono molto, molto, molto preoccupato". Il motivo è che "tutte le peggiori dittature, da quella di Hitler a quella di Fidel Castro, non sono nate da colpi di Stato, ma dal voto dei cittadini ubriachi di certe tesi, di certi personaggi, infatuati di qualche leader politico che poi si è rivelato quel che sappiamo".

Berlusconi, quindi, indica ancora una volta come indispensabile l'unità del centrodestra. E a Giorgetti, che aveva detto che l'attuale centrodestra così com'è strutturato "è finito", risponde che "il centrodestra è in campo in tante importanti elezioni, per esempio in Trentino-Alto Adige. Se il centrodestra non si presentasse compatto a queste elezioni e alle diverse elezioni regionali e amministrative che seguiranno, vincerebbero gli altri. Credo che Giorgetti si sia morsicato la lingua abbastanza a fondo".

Il leader di Forza Italia, infine, tira qualche stoccata al governatore della Liguria, Giovanni Toti, che si è chiesto se Forza Italia "ci sia ancora". Berlusconi spiega che "si sa, tutti cercano di mettersi in mostra e ciascuno sceglie il modo che gli pare più efficace. Io so che noi rappresentiamo in Italia i valori della liberal-democrazia. So che questi valori sono essenziali per avere una democrazia. So che sono anche i valori dei padri fondatori dell'Europa. Noi siamo europeisti". Con Toti, spiega, "abbiamo condiviso e condividiamo il sogno dei padri fondatori, che è quello di un'Europa non solo spazio di benessere e di libertà per i cittadini europei, ma anche per il suo passato, per la sua storia, la sua cultura, la sua traduzione, un'Europa faro di civiltà, di democrazia, di pace in tutto il mondo. Oggi l'Europa tutto questo non lo fa, essenzialmente anche perché non c'è una politica estera comune, non lo fa perché non c'è una politica di difesa comune. Non può sedersi al tavolo delle altre potenze militari, gli Stati Uniti, la Federazione russa, la Cina, il Giappone, dove si decidono le sorti del mondo".