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Banche, Renzi: "Sì a commissione ma niente processi show, Boschi non lasci"

"Se chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io", ha detto il premier difendendo la posizione del ministro delle Riforme

Banche, Renzi:
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"Se si farà, deve essere una commissione d'inchiesta non su una banca ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni dove sono successe cose nel silenzio della politica.

E niente processi show". Così il premier Matteo Renzi sullo scandalo banche, aggiungendo: "Maria Elena Boschi ha detto che se il padre fosse indagato, lei non si dimetterebbe da ministro. Se chi ha il padre indagato deve dimettersi, il primo dovrei essere io".

"Consob e Bankitalia, rispetto ma chiarimenti" - "Consob e Bankitalia sono due istituzioni che il governo ha il dovere di proteggere, ma se qualcuno ha sbagliato va messo in condizione di rispondere, ha aggiunto il presidente del Consiglio a Rep Tv. "Massimo rispetto dal governo ma certo bisogna fare sempre di più per il funzionamento degli organismi", ha sottolineato ribadendo però che "non è all'ordine del giorno" la revisione delle competenze di Consob e Bankitalia.

"Quattro banche ora solide, chi ha sbagliato paghi" - "Le quattro banche - ha assicurato - ora sono solide perché il decreto legge ha avuto un grosso impatto sugli obbligazionisti secondari, che sono qualche centinaio di persone. Voglio che chi ha sbagliato paghi, ci sarà la massima trasparenza anche grazie all'impegno di Cantone". Per quanto riguarda Monte dei Paschi e Banca Carige, Renzi ha sottolineato come in questo caso "non sia compito del governo" occuparsene".

"Ad aprile parte campagna referendum"
- Renzi ha poi affrontato il tema del referendum di ottobre. "Da aprile partirò subito per la campagna referendaria continuando certo a governare il Paese. Io non credo che sarà semplice e ho detto che se perdo non solo vado a casa ma smetto di fare politica. Non è un tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito ma l'assunzione del un principio: c'è la responsabilità di chi governa".

"Vogliamo arrivare a scadenza naturale della legislatura" - Il premier ha quindi escluso che ci sia la possibilità di elezioni anticipate. "Premesso che decide il Presidente della Repubblica, l'intendimento del governo è arrivare a fine legislatura perché l'idea che si rispettino le scadenze naturali è un principio di buon senso".

"Vedremo dopo referendum se anticipare Congresso Pd" - "Sarei per mantenere gli impegni e rispettare le scadenze. La mia scadenza da segretario è l'8 dicembre del 2017 ma se anticipare il Congresso lo deciderà il Pd dopo i risultati delle amministrative e del referendum", ha proseguito.

"Ue, cambiare politica economica non i Trattati" - Renzi nell'intervista a tutto campo ha parlato anche di Europa. "Non credo che nessuno saggio possa imbarcarsi nel cambio dei Trattati ma si può cambiare politica economica a trattati vigenti", ha affermato escludendo una sua richiesta di cambiare il Fiscal Compact. "Il mio modello economico è Obama non Dombrowski: l'America ha dimezzato la disoccupazione mentre l'Europa ha smesso di preoccuparsi dell'occupazione e pensa solo all'austerità, io credo che sia un errore", ha detto.

"Bene dati disoccupazione ma sotto il 10% irrealistico" - Il presidente del Consiglio ha inoltre sottolineato "gli strepitosi risultati del Jobs Act". L'obiettivo per quanto riguarda il tasso di disoccupazione era di "andare sotto 12% e quindi siamo contenti ma non ce la facciamo, a scendere nel 2016 sotto il 10%, non è un obiettivo realistico".

"Bonus è una parola meravigliosa" - Renzi ha infine difeso il bonus degli 80 euro introdotto dal governo. "Bonus è una parola meravigliosa anche se so che tanta gente preferisce il malus... gli 80 euro valgono più che di uno scatto di carriera netto e per le fasce di ceto medio-bassi ha fatto ripartire i consumi. E' una mancia, come dice quel premio Nobel mancato di Renato Brunetta, solo per chi di soldi ne ha tanti".