Provincia Belluno: ok a referendum
Città vuole passare al Trentino,no Lega
Belluno ha ricevuto il via libera all'iter per il referendum popolare che chiederà di esprimersi sul passaggio dalla provincia alla regione autonoma Trentino Alto Adige.
A favore, invece, il loro presidente e compagno di partito, Gianpaolo Bottacin Anche nel caso il referendum vedesse prevalere i voti favorevoli alla separazione, tuttavia, non basterebbe al bellunese per saltare lo steccato. E' necessaria infatti, la modifica della Costituzione per il passaggio di una Provincia da una Regione ad un'altra. Leghista, ma convinto della bontà del percorso fin dalla prima ora, Bottacin ha raffreddato gli entusiasmi richiamando i cittadini alla realtà di un percorso molto lungo da compiersi, ricordando che il primo passo sarà la Cancelleria della Corte di Cassazione, dove la delibera sarà depositata per una valutazione della legittimità del quesito referendario. Strada lunga, insomma, ma primo risultato con una forte valenza simbolica e che va ad aggiungersi alle varie spinte separatiste promosse finora dai Comuni veneti per passare sotto i più favorevoli statuti di Trentino Alto Adige o Friuli Venezia Giulia.
Ad aprire la serie nel Bellunese era stato, nel 2005, il Comune di Lamon, con una maggioranza schiacciante di voti favorevoli. L'ultimo referendum, nel 2008, si era svolto a Sappada, anche qui con una larghissima prevalenza di consensi al passaggio, in questo caso, al Friuli Venezia Giulia. L'annessione a quest'ultima Regione era l'anelito che aveva portato i Comuni veneti di Cinto Caomaggiore, Pramaggiore, Gruaro e Teglio Veneto, tutti nel Veneziano, a proporre analoghe consultazioni popolari, concesse nel 2005. Nel Trevigiano va registrata l'esperienza di Meduna di Livenza, sempre sul confine friulano. Nel dicembre del 2008 si svolse il referendum ma i votanti furono inferiori alla soglia del 50% più uno.
Scettico sulla via del referendum il presidente del Veneto, Luca Zaia. Per il governatore leghista infatti è il federalismo la strada maestra per superare disagi come quelli di territori confinanti. "Capisco il disagio da cui proviene questa decisione - ha detto Zaia - Lo viviamo tutti i giorni nelle zone di confine. Ma è un disagio che ormai riguarda tutta la Regione, che tutta insieme deve avviare un deciso percorso verso l'autonomia. E la strada maestra per tutti è quella già imboccata del federalismo".