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Finanziaria, governo pone fiducia

Presidente Fini: scelta deprecabile

Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia alla Camera sulla legge Finanziaria.

Lo ha annunciato nell'Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha subito commentato negativamente la scelta: "La decisione di porre la fiducia è deprecabile perché di fatto impedisce all'Aula di pronunciarsi sulla Manovra".

''La scelta, legittima perché prevista dal regolamento e in quanto prerogativa del governo, non può che essere considerata dalla presidenza della Camera come una decisione strettamente legata non a ragioni procedurali ma solo a ragioni di carattere politico rientranti nel rapporto tra il governo e l'opposizione ma il rapporto tra maggioranza e governo''.

Parlando  in Aula il presidente della Camera ha rilevato inoltre che ''l'opposizione non ha tenuto nè in commissione nèin Aula atteggiamenti ostruzionistici''.

Il ministro Vito ha posto la fiducia sul testo approvato dalla Commissione a partire dall'articolo due: il primo articolo della Manovra (su cui non erano stati presentati emendamenti) era stato infatti un'attimo prima approvato dall'Assemblea.

Quando Vito ha iniziato a parlare, dai banchi dell'opposizione è partito un ironico applauso, al quale se ne è aggiunto un'altro dai banchi della maggioranza. ''E' un incoraggiamento...'', ha commentato Fini. E Vito, ringraziando, ha posto la fiducia.

Fini chiama Berlusconi
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha telefonato al premier Silvio Berlusconi, ancora ricoverato dopo l'aggressione subita domenica, per sincerarsi del suo stato di salute. Lo riferiscono fonti del Pdl, aggiungendo che nel corso della telefonata Fini ha stigmatizzato la scelta del ministro dell'Economia Giulio Tremonti di porre la fiducia alla Camera sulla Finanziaria nonostante ci fossero solo una cinquantina di emendamenti. Il presidente della Camera, sempre secondo le fonti, ha anche criticato i toni usati in Aula da alcuni esponenti della maggioranza nel corso del dibattito seguito all'informativa del ministro dell'Interno Roberto Maroni sui fatti avvenuti domenica.