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Renzi: "Non basta essere cattolici per il Colle"

"Il candidato al Quirinale deve rappresentare tutti: no a Marini e alla Finocchiaro". Poi, lʼattacco a Bersani e a Berlusconi. "Il nostro segretario cerca solo lʼinsulto. Il leader del Pdl? Mi piacerebbe mandarlo in pensione"

LaPresse

"Mi spiace che Bersani cerchi l'insulto e l'accusa per di più tra persone dello stesso partito". Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, al Tg5. "Ho solo detto che bisogna fare presto. Mi spiace che destini personali di Bersani siano più importanti". Su Berlusconi si ricandida a premier, annuncia: "Mi piacerebbe sfidarlo per mandarlo in pensione". E sul candidato al Colle: "Non basta essere cattolici".

Io non sono diventato grande elettore per una telefonata partita da Roma? "Chi se ne frega, di telefonate ne hanno fatte altre, quello che mi colpisce è lo stile, l'atteggiamento da intrallazzini quando si dice una cosa in pubblico e un'altra in privato", ha spiegato Renzi.

No a Marini e Finocchiaro al Colle - Il sindaco di Firenze, quindi, ha bocciato le candidature di Franco Marini e Anna Finocchiaro al Quirinale. "Il profilo che va bene è quello di nome che coinvolga la maggioranza più alta possibile", ha spiegato. Le motivazioni della sua scelta: no a Marini in quanto senatore già bocciato dagli elettori in Abruzzo alle ultime elezioni e ad Anna Finocchiaro ricordando le foto della sua spesa all'Ikea con la scorta e, per questo motivo, poco adatta, a suo dire, per un messaggio anticasta.

"Non basta essere cattolici" - Renzi, in una lettera a La Repubblica, torna sulla questione dei candidati al Colle, rispondendo alla Rosy Bindi che aveva parlato per il Quirinale di una personalità dal profilo cattolico. "Non basta essere cattolici, basta che sia un galantuomo. Per me può essere buddista, musulmano, ebreo, ateo. Mi interessa che rappresenti l'Italia, che sia custode dell'unità in tempo di divisioni", si legge ancora. "Mi interessa che sia applaudito per strada come quel galantuomo di Napolitano, che sia al di sopra di ogni sospetto e che sia il presidente di tutti. Il Quirinale non potrà mai essere la casa di una parte, ma di tutti gli italiani".