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Debiti P.A., slitta lo sblocco di 40 miliardi
Ma dal Cdm in arrivo 7 miliardi per i Comuni

Salta il Consiglio dei ministri e con esso il dl per dare il via libera ai fondi a copertura parziale dei debiti degli enti pubblici. La Tares, la nuova tassa sui rifiuti, si pagherà a maggio, mentre per dicembre è prevista una maggiorazione

Ansa

Niente Consiglio dei ministri. La riunione dell'esecutivo, che avrebbe dovuto definire il testo del decreto legge per pagare i debiti della Pubblica amministrazione con le imprese, è stata rinviata. Il ministro dell'Economia Vittorio Grilli infatti, d'accordo con quello dello Sviluppo economico Corrado Passera, ha manifestato a Monti la necessità di "proseguire gli accertamenti" dopo le risoluzioni approvate da Camera e Senato.

Comuni: dl entro fine settimana -  Ma le buone notizie arrivano lo stesso per gli enti locali. Il governo varerà il decreto legge per lo sblocco delle risorse entro fine settimana o al più tardi lunedì prossimo. Lo ha annunciato il presidente dell'Anci Graziano Delrio dopo l'incontro con il governo, aggiungendo che da subito saranno disponibili 7 miliardi di euro.

"Tares si pagherà a maggio" - Il pagamento della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, inizierà dai maggio, ma i 30 centesimi in più a metro quadro previsti verranno applicati solo da dicembre, ha poi spiegato Delrio precisando che la maggiorazione di 0,30 euro in più "andrà direttamente allo Stato".

Delrio: "Giornata storica" - "Siamo felici che il governo abbia accolto le nostre proposte - ha detto Delrio - e che in questo modo si sia presa la direzione giusta". Tecnicamente, ha aggiunto il leader dei sindaci, il testo del decreto dovrà essere "modificato in qualche piccola parte, ma comunque la giornata di oggi possiamo considerarla storica perché è una vittoria delle imprese, dei sindacati e dei sindaci".

Con Cdm slitta dl sui 40mld - Inizialmente il Cdm era stato rinviato al pomeriggio. Si attendeva infatti la discussione di un decreto legge per sbloccare i 40 miliardi di euro necessari all'operazione. Una volta bocciata l'opzione dell'anticipo dell'aumento dell'addizionale Irpef regionale, però, evidentemente si sono rese necessarie ulteriori verifiche al riguardo. Con un altro slittamento. L'eventualità che, per sborsare i soldi necessari mantenendo i conti pubblici in regola con il Patto di stabilità, si dovesse ricorrere a un aumento Irpef, aveva scatenato nelle ultime ore un vespaio di polemiche. I sindacati avevano subito dichiarato che sarebbe un non-senso pagare i crediti delle imprese con un aggravio di tasse a carico dei lavoratori. E anche il ministro Vittorio Grilli aveva espresso forti perplessità al riguardo.

Grilli: "Nel dl nessun aumento di tasse" - Il decreto sui pagamenti dei debiti "non conterrà aumenti di imposte". Lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, smentendo anche contrasti tra il Tesoro e il ministero dello Sviluppo Economico. "Non c'è alcuna contrapposizione sul decreto", ha dichiarato Grilli spiegando che il rinvio del Cdm che doveva esaminare il decreto è "di pochissimi giorni e non nasconde nessun mistero. Non c'è alcuna contrapposizione con Passera sulle imposte".

Monti chiama Rehn: "Rispetteremo impegni" - Mario Monti ha chiamato Olli Rehn per informarlo sui contenuti del decreto per i debiti della P.A. e rassicurarlo che l'Italia rispetterà "gli impegni di mantenere il deficit sotto la soglia del 3% del Pil". La telefonata, come riferito dal portavoce della Commissione Ue, è durata "quasi un'ora" e Rehn "ha preso nota di questo avanzamento positivo e ha chiesto ai suoi servizi di esaminare immediatamente i termini del decreto".

Tajani: "Un passo avanti ma non basta. Serve volontà politica" - L'accordo bipartisan raggiunto in Parlamento per il pagamento dei debiti viene giudicato dal vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani "una prima risposta e siamo soddisfatti". Ma, aggiunge Tajani a margine del convegno inaugurale della Fiera dell'acciaio, "40 miliardi non bastano. Ce ne sono ancora molti da pagare". "Serve la volontà politica", precisa, sottolineando che da parte della Commissione europea quella volontà c'è. I debiti, secondo Bankitalia, ammontano a 90 miliardi di euro, come ricorda Tajani dicendo che "bisogna pagarli tutti".

Il no di Fassina all'aumento dell'addizionale Irpef - Sulla questione era arrivata inoltre una netta presa di posizione contro la misura dell'aumento Irpef anche dal responsabile economico del Pd Stefano Fassina: "Da notizie riportate da alcuni mezzi di informazione, la bozza di decreto per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese conterrebbe un'anticipazione della possibilità di aumento dell'addizionale Irpef dal 2014 al 2013. Si tratterebbe di una misura inaccettabile sia nel merito che nel metodo".

Fassina era poi entrato nel dettaglio dicendo che la misura è assurda "nel merito, perché un ulteriore aumento di imposte aggraverebbe la pesante recessione in corso e annullerebbe gli effetti anticiclici dello sblocco dei pagamenti finanziato a debito" e "nel metodo, perché il Parlamento ha approvato le risoluzioni sulla Relazione di aggiornamento del Documento di economia e finanza nella quale non vi è alcun riferimento all'anticipo della misura né accenni sono stati fatti dai ministri uditi dalle Commissioni Speciali di Camera e Senato".