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Saggi già bruciati, effetto Grecia sul Quirinale

La data delle prossime, inevitabili, elezioni ruota attorno alla disponibilità dei partiti a mettere finalmente mano alla nuova legge elettorale

Ansa

Più passano i giorni più è chiaro quello che intendeva fare Napolitano con l'istituzione dei due gruppi di saggi: un Bignami o, se volete, un dossier stile Vatileaks, da consegnare al suo successore per aiutarlo nelle indicazioni che dovrà trarre per dare un governo al Paese. Un po' come quello che i tre saggi hanno consegnato al Papa emerito prima delle sue dimissioni e che questi ha girato a Bergoglio.

Nessuno lo dice apertamente, ma basta sbriciare nei tweet dei politici cosiddetti "peones" per capire che lo scenario è questo: Napolitano ha preso atto che la maggioranza del Pd non vuol sentir parlare di grosse koalition con il Pdl, mezzo Pdl e la Lega non vogliono più avere a che fare con Monti, M5S non è interessata a nessuno.

Quindi a meno di colpi d'ala a Pasquetta impensabili succederanno le suddette cose: il governo Monti metterà in campo quei decreti per l'economia che sono urgenti per non far naufragare il Pil del Paese, Napolitano utilizzera tutta la moral suasion di cui è capace per favorire l'elezione immediata del suo successore, il quale una volta eletto verificherà una cosa sola, la disponibilità dei partiti a cambiare la legge elettorale al limite semplicemente abolendo il Porcellum e tornare al Mattarellum precente. Dopodiché sciogliere il Parlamento e, come in Grecia, tornare alle elezioni. Con la speranza che lo scenario greco si compia del tutto e che al secondo giro gli elettori eleggano una maggioranza in grado di governare. 

Con la disponibilità verso una nuova legge elettorale probabilmente si potrà votare anche a settembre, in modo da avere il tempo di legiferare per bene. Senza questa disponibilità lo scenario più auspicabile è elezioni subito a giugno massimo i primi di luglio sperando che gli elettori non replichino la situazione di stallo attuale.