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Oggi Monti al Colle ma è tutto deciso:
si votano Stabilità e urgenze poi alle urne

Camere sciolte entro il 20 gennaio. Si discute sui provvedimenti improrogabili e da votare. Saltano legge elettorale e incandidabilità

Ansa

Oggi Monti sale al Colle ma il destino del governo è segnato. Dopo lo strappo del Pdl di giovedì, le consultazioni informali hanno stabilito la road map dell'esecutivo: una volta approvata la legge di Stabilità e alcuni provvedimenti ritenuti essenziali, si procederà allo scioglimento delle Camere entro il 20 gennaio in modo da votare il 10/3. Salterà le riforma elettorale e la legge sulla incandidabilità. Monti: "Il Re Sole mi gira le spalle"

Monti e il Re Sole
Il premier ha trascorso la giornata a Milano, lontano dai palazzi romani. Senza rinunciare alla prima della Scala. E qui si è lasciato andare ad una battuta: ''Il Re Sole si è un po' allontanato da me'', ha detto al sito del Sole24ore. Parole che sembrano dirette a Berlusconi, anche se i suoi assicurano che il professore replicava solamente ad una giornalista che gli chiedeva come mai fosse così pallido. La sua presenza alla Scala appare un modo per ostentare serenità e rassicurare sia i mercati che le cancellerie.

Cosa resta da fare
Il pacchetto di misure considerate improrogabili è stato sottoposto dal capo dello Stato ai partiti. Sia il Pdl che il Pd però, desiderosi di tenersi le mani libere in campagna elettorale, hanno cercato di sfoltire il più possibile la lista. Il Pdl ha garantito solo sulla legge di Stabilità, per evitare l'esercizio provvisorio, ma avrebbe fatto informalmente sapere che avrebbe valutato, caso per caso, le altre norme.

Ne sarebbe uscito un compromesso che oltre alla 'manovra', salva il decreto Ilva, il pareggio di bilancio e il dl Sviluppo. Resta invece incerto il destino della delega fiscale e della razionalizzazione delle province. Mentre il resto, incandidabilità compresa, sarebbe destinato al binario morto.

Ci teniamo il porcellum
Napolitano, nei colloqui al Colle ha sollecitato di modificare perlomeno il premio di maggioranza del Porcellum. Le speranze che i partiti si accordino sono ridotte al lumicino, visto che l'attuale sistema di voto conviene sia a Bersani che a Berlusconi. L'ultimo punto interrogativo riguarda l'election day, fortemente voluto da Berlusconi e - per ragioni diverse - auspicato anche da Monti e Napolitano. Il voto nel Lazio in febbraio appare un vincolo insormontabile, a meno che il governo non imbocchi l'improbabile strada del decreto. Si sta percio' ragionando sull'ipotesi di aggregare le politiche con le regionali di Lombardia e Molise a Marzo