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Primarie a sinistra, pareggio per i "Fantastici 5"

Posizioni non troppo distanti per Bruno Tabacci, Laura Puppato, Matteo Renzi, Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani. Solo lʼalleanza con Casini scalda un poʼ il dibattito

Ansa

Bruno Tabacci, Laura Puppato, Matteo Renzi, Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani, i 5 candidati alle primarie del centrosinistra, si sono confrontati in televisione per due ore ingessati da uno schema rigidissimo con domande e temi precisi. Le ricette presentate sono sembrate simili, mentre su Twitter impazzavano l'ironia e la gaffe di una sostenitrice che trasformava Oscar Giannino in Oscar Giannetto.

Le due ore di dibattito tv su Sky tra i "Fantastici cinque" candidati alle primarie di centrosinistra si svolgono con un sostanziale fair play. Alla fine tutti sorridono, comincia la guerra dei sondaggi. L'impressione finale è che nessuno dei candidati abbia suonato corde diverse da quelle tradizionali, quasi a voler piu' ammaliare i supporter che conquistare nuove praterie. Sull'affidabilità ha puntato Pier Luigi Bersani, sul rinnovamento Matteo Renzi, sui sogni Nichi Vendola, sulla pragmaticità Bruno Tabacci e sulla concretezza Laura Puppato.

Renzi viene attaccato da Bersani e da Vendola sul suo antico sostegno all'ad di Fiat- noi non gli avevamo creduto, ricordando entrambi - il sindaco si difende criticando Marchionne: "Sono deluso", ammette. Poi contrattacca definendo "un tradimento dei cittadini" il varo della legge per i rimborsi elettorali dopo il referendum che abolì il finanziamento pubblico ai partiti.

Sulle scelte economiche e sociali le linee sono simili: i cinque propongono una riforma della riforma Fornero sul mercato del lavoro, vogliono diritti per le coppie gay, anche se Vendola e Puppato parlano senza mezzi termini di matrimonio e adozioni mentre gli altri si fermano al modello tedesco.

Tutti e cinque invocano la lotta all'evasione e la semplificazione degli adempimenti fiscali, chiedono ovviamente più lavoro e più possibilità per i giovani.

Le diversità si fanno sentire quando si parla di future coalizioni. Il segretario Pd continua a pensare che sia possibile una alleanza con i moderati e chiarisce che non accetta "settarismi" perché non si può regalare l'Italia "alla Lega, a Berlusconi, ai populismi". No a Casini invece da Vendola: "Non ho pregiudizi ma nel mio governo non c'è posto per lui". Caustico Renzi: "Di Casini ne abbiamo già abbastanza noi". Le alleanze, spiega, si dichiarano prima e non dopo sulla base delle convenienze.

Il dibattito scivola verso la fine. Nel Pantheon personale l'asse si sposta al centro. Bersani eleva papa Giovanni che "cambiava le cose nel profondo senza spaventare nessuno". Tabacci due Dc di rango: De Gasperi e Marcora. Laura Puppato è l'unica che cita una esponente del Pci, Nilde Iotti, insieme a Tina Anselmi. Nichi Vendola ricorda il cardinale Carlo Maria Martini. E Matteo Renzi Nelson Mandela e la blogger tunisima Mina.

E quando si tratta di lanciare l'appello finale, il sindaco di Firenze ricorda i suoi tre figli perché vuole assicurare loro un futuro migliore e l'idea che "la politica è una cosa bella da fare". "Voglio un'Italia migliore, più bella e più gentile" sogna Vendola che si definisce "un acchiappanuvole". Mentre Bersani ricorda: "Serve un governo forte e un forte cambiamento e io, dove sono stato, le cose le ho cambiate".