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Matteo Renzi lancia la sua sfida a Bersani: "Farò di tutto per fargli perdere le primarie"

Il sindaco di Firenze a Tgcom24: "Le primarie non sono il Festivalbar della politica ma la presentazione di un progetto in cui i cittadini possono riconoscersi"

LaPresse

Matteo Renzi lancia la sfida a Pier Luigi Bersani. "Farò di tutto per far perdere le primarie a Bersani, poi se vincerà sarò il primo ad aiutarlo a vincere le elezioni" ha detto infatti il sindaco di Firenze a Tgcom24 nel sottolineare la necessità di rinnovamento della politica. "Le primarie non sono il Festivalbar della politica - ha aggiunto Renzi -, ma la presentazione di un progetto in cui i cittadini possono riconoscersi".

"Assurdo non fare le primarie"
"Sarebbe assurdo non fare le primarie. Bersani ha detto che le faremo e io credo a Bersani - ha quindi aggiunto Renzi -. La data non conta, conta il significato. Le primarie non sono il Festivalbar della politica, ma la presentazione di un progetto in cui i cittadini possono riconoscersi. Il momento di dire cosa si intende fare, poi però quello che si dice va fatto.

"Serve rivoluzione nella politica"
"Se è vero che il ragionamento sulla crisi economica sta cambiando le regole in Europa, allora non si tratta di un momento passeggero e la politica deve rispondere con una marcia in più, concreta: dimezzare i parlamentari, le indennità, abolire gli enti inutili. Se la politica fa questo allora deve mettere in campo provvedimenti per rinnovare l'Italia, dalla giustizia, la scuola gli asili".

"Facciamo grandi discorsi ma in Italia siamo solo al 12% di bambini che vanno al nido. L'idea è che queste cose possono essere fatte. Chi è in parlamento da 20 ha già fatto quello che doveva, ora tocca a noi".

"Alfano ha fatto un passo indietro, io invece pronto contro Bersani"
Sulla ricandidatura di Berlusconi e il passo indietro di Alfano, Renzi aggiunge: "Mi ha colpito che Alfano abbia detto che se Berlusconi vorrà candidarsi, lui sarebbe stato il primo a chiederglielo. E' sbagliato perché è segno che i giovani devono lasciare sempre il passo. Io farò di tutto per far perdere le primarie a Bersani, poi se vincerà sarò il primo ad aiutarlo a vincere le elezioni. Questo è il gioco delle primarie".

"Io di destra? No sono di una sinistra moderna"
Dopo le polemiche sulle posizioni per alcuni troppo di destra del sindaco di Firenze, Renzi dice: "Io di destra? Non lo so. Trovo questo tema secondario. Fare un'operazione come fatto a Firenze riducendo le tasse non è di destra ma un'operazione seria. Di tasse non se ne può più. Con l'Imu abbiamo visto che tutti sono andati a pagare ed è segno che una coscienza civica c'è, però con l'aumento dell'Iva il gettito crolla e questo perché la gente non ce la fa. Noi abbiamo diminuito l'Irpef è di destra o di sinistra? Per me sono tutte cose di una sinistra moderna. Qui non serve partecipare, in politica bisogna vincere".

"La mia sinistra? Quella di Obama, Clinton e Blair"
Sulla sua idea di sinistra spiega: "La mia idea di sinistra è quella di Obama, Clinton e Blair. Una sinistra che è stata capace di esser idealista e pragmatica e che non campava di ideologia e che è l'esatto opposto di quella che ha fatto cadere Prodi, ovvero la sinistra radicale".

"Una cosa di sinistra? Ripartire dalla scuola senza che il merito sia una parolaccia. Abbiamo tagliato auto blu e affitti passivi per dare soldi alla scuola. A Firenze mandiamo all'asilo il 38% di bambini”.

"Tornerei ad Arcore, nonostante la sòla"
Sulla polemica che scoppiò dopo la visita di Renzi ad Arcore e lo scoop sulla sua presunta scelta di Berlusconi, il primo cittadino di Firenze ribatte: "Si commenta da solo. E' una sòla. Un'invenzione per dare messaggio agli elettori dicendo che Renzi è vicino a Berlusconi per non votarlo. Quando sono andato ad Arcore sono stato massacrato da certa stampa orientata. Ma lo rifarei domani".

"Se Berlusconi dovesse essere il Presidente del Consiglio, anche se spero di no, e dovesse chiamare il sindaco di una grande città del Paese io ci andrei. Se c'è un presidente che chiama un sindaco, il sindaco è responsabile di una città e non rappresentante di partito".