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Il governo illustra la riforma alle parti sociali: ecco come cambia il mercato del lavoro

Dagli ammortizzatori ai licenziamenti, ecco tutte le novità contenute nel provvedimento

Ansa

Dalla stretta su Co.

Co. Pro. e partite Iva al utilizzo dell'apprendistato come metodo di formazione, dai paletti per il reintegro all'utilizzo intensivo dei contratti a tempo indeterminato: sono questi i punti base della riforma del mercato del lavoro che trapelano dal tavolo della trattativa tra governo e parti sociali.

Tempo indeterminato dominante nei nuovi contratti
"Il contratto di lavoro a tempo indeterminato diventa quello che domina sugli altri per ragioni di produttività e di legame tra lavoratori e imprese", ha annunciato il ministro Fornero. Il governo punta poi a rafforzare l'apprendistato come contratto principale di ingresso nel mercato del lavoro.

Stretta sui contratti a termine
Saranno penalizzati i contratti a termine (ad esclusione di quelli stagionali o sostitutivi) con un contributo aggiuntivo dell'1,4% da versare per il finanziamento del nuovo sussidio di disoccupazione (oltre all'1,3% attuale). Per i contratti a termine non saranno possibili proroghe oltre i 36 mesi.

Partite Iva, si cambia
Il ministro ha annunciato un giro di vite sulle partite Iva, spiegando che il governo punta a introdurre "criteri di lavoro subordinato dopo 6 mesi se la prestazione di lavoro è presso un committente". I contratti di compartecipazione saranno solo "per i familiari di primo grado". Insieme alla stretta sulle partite Iva e sui co.co.pro, il governo punta a limitare il fenomeno del lavoro sostanzialmente subordinato mascherato da lavoro autonomo.

Stop agli stage gratis
"Dopo la laurea o dopo un master - ha spiegato Fornero - si va in azienda ma non con uno stage gratuito, magari sarà una collaborazione, magari un lavoro a tempo determinato ma è un lavoro e l'azienda lo deve pagare".

No alle dimissioni in bianco
Nella riforma del mercato del lavoro c'è poi la norma contro le dimissioni in bianco, strumento spesso utilizzato a discapito delle lavoratrici

Come cambiano gli ammortizzatori
Il nuovo sistema andrà a regime nel 2017, ma se il nuovo sussidio di disoccupazione (l'Aspi) entrerà in vigore da subito, l'indennità di mobilità (che vale oggi per i licenziamenti collettivi e può durare fino a 48 mesi per gli over 50 del Sud) sarà eliminata definitivamente solo nel 2017. Per il nuovo sistema sono previste risorse aggiuntive per 1,7-1,8 miliardi.

Aspi e cassa integrazione
L'assicurazione sociale per l'impiego sarà universale, sostituirà l'attuale indennità di disoccupazione. Durerà 12 mesi (18 per gli over 55) e dovrebbe valere il 75% della retribuzione lorda fino a 1.150 euro, e il 25% per la quota superiore a questa cifra, con un tetto di 1.119 euro lordi per il sussidio. Si riduce dopo i primi sei mesi. Sarà quindi più alta dell'indennità attuale che al suo massimo raggiunge il 60% della retribuzione lorda (e dura 8 mesi, 12 per gli over 50). Per la cassa integrazione si mantiene per la cassa ordinaria e la straordinaria con i contributi attuali, ma viene esclusa la causale di chiusura dell'attività (resta possibile solo quando è previsto il rientro in azienda).

Fondo di solidarietà per i lavoratori anziani
Sarà pagato dalle aziende e dovrebbe fornire un sussidio al lavoratori anziani che dovessero perdere il lavoro a pochi anni dalla pensione. Sarà su base assicurativa. E' stato chiesto dai sindacati per fronteggiare l'eliminazione della mobilità.

Il nodo sull'articolo 18
Il governo ha annunciato la diversificazione delle tutele sui licenziamenti con il reintegro nel posto di lavoro nel caso di licenziamenti discriminatori e il solo indennizzo (fino a 27 mensilità di retribuzione) nei licenziamenti per motivi economici (giustificato motivo oggettivo) considerati dal giudice illegittimi. Nel caso di licenziamento cosiddetto disciplinare (giusta causa o giustificato motivo soggettivo) considerato dal giudice ingiustificato sarà possibile per il magistrato decidere tra il reintegro e l'indennizzo economico con il pagamento al lavoratore ingiustamente licenziato tra le 15 e le 27 mensilità.