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Redditi online, oggi tocca ai dirigenti di Stato
Il ministro Patroni Griffi consegna l'elenco

Il titolare della Funzione Pubblica ha stilato la lista dei manager che guadagnano più di 293.650 euro lordi allʼanno: ovvero il tetto massimo che dovranno percepire

LaPresse

Ingrato compito quello di Filippo Patroni Griffi: il ministro della Funzione Pubblica dovrà rendere trasparenti i redditi dei dirigenti dello Stato e soprattutto dare un bel colpo di mannaia agli stipendi stellari finora percepiti.

Oggi è il giorno 'x': il ministro consegnerà in Commissione Affari Costituzionali un elenco di quelli che percepiscono più di 293. 658 euro lordi all'anno, ovvero il compendio del primo presidente della Corte di Cassazione.

Il tetto massimo, insomma, che nessuno dei 'servitori dello Stato' può superare. La lista, ancora da rifinire, è composta di circa 100 nomi: sono loro, come è scritto nel decreto cosiddetto salva-Italia, che dovranno vedersi ridimensionato lo stipendio a quella cifra. E di 'figure' eccellenti ce ne sono: il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua dovrà dire addio ai suoi 1 milione e 200 mila euro; stessa cosa per i 780mila euro di Vincenzo Fortunato, capogabinetto Ministero del Tesoro oppure i 620mila di Attilio Befera, direttore Agenzia entrate; o il Ragioniere gebnerale dllo Stato Mario Canzio e i suoi 516mila euro. E ancora: Raffaele Ferrara, direttore Monopoli con i suoi 481mila euro, Corrado Calabrò,presidente Agcom a quota 475mila, Gianni Petrucci, presidente Coni con 400mila, e via via scendendo. Tutti livellati a quota 293.658, non un euro di più. Non è abolito il famoso doppio incarico, ma non potrà superare il 25% dello stipendio percepito.

Un obiettivo ambizioso, che tuttavia potrebbe celare qualche fregatura. Anzitutto, il rischio paventato dallo stesso premier Monti: e cioè che abbassando certi stipendi, sarà complicato per lo Stato trovare professionalità eccellenti. Le aziende private, infatti, non avendo limiti potranno offrire somme molto più elevate e 'conquistare' i top manager. Un rischio non nascosto nemmeno da Patroni Griffi che tuttavia resta ottimista: "Il rischio c'è, ma in generale - dice al Giorno - spero che a contare sia l'orgoglio di servire lo Stato".Sarà.

Quindi, se di servitori dello Stato si vuol parlare, bisognerà sbirciare tra le fila dei signori deputati per capire che aria tira all'idea di 'pubblicizzare' i propri redditi. E il risultato, ancora una volta, è esemplare. Solo uno su tre, per loro è un'opzione facoltativa, dice di sì alla trasparenza: sono 205 su 630 i deputati che hanno messo i loro redditi on-line. Secondo i dati della Camera, poco meno di un terzo dei membri di Montecitorio hanno firmato la liberatoria per consentire di pubblicare su Internet, accanto alla propria biografia, anche la dichiarazione patrimoniale. Per 198 di loro la pubblicazione è già avvenuta, mentre altri sette (D'Alessandro, Marchignoli, Miglioli, Migliori, G. Molteni, Ruvolo e Sbrollini) hanno firmato la liberatoria nei giorni scorsi e la documentazione sarà a breve sul Web. Mancano all'appello, solo per citarne alcuni, le eccellenze: il presidente della Camera Gianfranco Fini, l'ex premier Silvio Berlusconi, il segretario del Pdl Angelino Alfano, il leader della Lega Umberto Bossi, ma anche l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Ma a pensar male, si fa peccato...se per i  ministri sono serviti tre mesi, per loro ce ne vorrà un pò di più, sarà solo una questione di tempo.