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Pdl, Frattini: "Serve un direttorio"

"Basta con le divisioni"

Ap/Lapresse

Lo si chiami segreteria politica, coordinamento oppure direttorio, ma serve un organismo per rappresentare tutte le anime del Pdl, "quelle aree che non vogliono essere chiamate correnti ma che pure in ogni caso ormai si riuniscono, discutono, si organizzano".

E' quanto propone il ministro degli Esteri Frattini, in un'intervista al Corriere, perché - spiega - la balcanizzazione del Pdl "non giova a nessuno". 

Il titolare della Farnesina parla dei ballottaggi: se ci sarà una sconfitta "nemmeno la sinistra potrebbe brindare, perché si sarebbero affermati candidati espressione di forze extraparlamentari e di forze antisistema". Per il Pdl sarebbe invece "un forte campanello d'allarme" che indurrà a trovare le "motivazioni per andare avanti". Frattini assicura che il 'de profundis' del partito non ci sarà. "La nave non affonda", dice anche se ci sono "problemi": "c'è il caso Scajola aperto - precisa -, ci sono sofferenze nell'ex An per dissidi tra le correnti, addirittura si paventa la formazione di un gruppo da parte di Alemanno" e "non si può pensare che il triumvirato faccia da solo" nel rassicurare i parlamentari. Di qui la necessità di creare "una struttura di collegamento nel partito, una cinghia di trasmissione, altrimenti non avremo spinte centripete, ma centrifughe". Infine Frattini respinge le voci secondo cui il Pdl vedrebbe Tremonti come un congiurato: "Giulio ha salvato i conti pubblici, è garante della stabilità dell'Italia", dice Frattini.