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Amatrice, Sergio Pirozzi lascia l'incarico di sindaco

Incompatibilità con lʼimpegno da consigliere regionale. "Non si tratta di un abbandono, ma di un ulteriore atto di amore verso la mia terra"

Amatrice, Sergio Pirozzi lascia l'incarico di sindaco - foto 1
lapresse

Sergio Pirozzi ha lasciato il suo incarico di sindaco di Amatrice.

L'ormai ex primo cittadino del borgo distrutto dal terremoto del 2016 ha spiegato in una lunga lettera che l'incarico era incompatibile con quello di consigliere regionale e ha sottolineato che non si tratta di "un abbandono, ma di un ulteriore atto di amore verso la mia terra". Il testimone passa al vicesindaco, Filippo Palombini.

"Resterò per sempre ad Amatrice, con la mente e con il cuore, soprattutto per difendere, vivendola, il diritto di 'vita' delle terre 'marginali e periferiche' di tutto il Lazio e anche d'Italia. Sarò sempre accanto alla 'mia' squadra di amministratori-amici e soprattutto al mio amico Filippo Palombini che mi sostituirà in quest'ultimo anno di mandato", ha sottolineato Pirozzi.

Pirozzi nella lettera ha ripercoso il rapporto che lo ha legato in questi anni con il "borgo" prima e dopo il terremoto dell'agosto del 2016 che ha cambiato il corso della storia della cittadina e di Pirozzi stesso. "Era il 4 maggio del 2009 (esattamente 9 anni fa) quando decisi, spinto da un gruppo di 'amici', a candidarmi alla carica di sindaco del 'mio' borgo. Abbandonai il mondo professionistico del calcio, le mie ambizioni personali, per dedicarmi alla 'nostra' Amatrice. Oggi, a nove anni di distanza, è il mio ultimo giorno da sindaco", si legge.

"Dal 24 agosto tutto è cambiato. Voglio però rivendicare lo straordinario lavoro svolto nel post-terremoto", ha aggiunto elencando quanto fatto fino ad oggi. "Come sindaco sapevo, in cuor mio, che avevo ottenuto il massimo. Era però necessario per non far morire definitivamente Amatrice, che oggi è in vita solo grazie al defibrillatore della solidarietà, alzare l'asticella, cercare nuove vie. Era necessario quindi andare in Regione", ha proseguito.

"Forte di un consenso straordinario, ottenuto senza l'appoggio di nessun partito politico, di ben 152mila voti, andrò innanzitutto a segnalare i disagi ancora vivi del terremoto e cercherò di rappresentare degnamente tutti quegli amici che non ci sono più e che tante volte avevano manifestato contro la Regione Lazio per chiedere pari dignità", ha concluso.