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Pace fiscale, quota 100, stop alle pensioni d'oro e via libera al reddito di cittadinanza: tutti i temi della manovra

Ecco cosa cambia per lavoratori, pensionati, evasori

Pace fiscale, quota 100, stop alle pensioni d'oro e via libera al reddito di cittadinanza: tutti i temi della manovra - foto 1
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Tra i punti più attesi della manovra c'è la cosiddetta "pace fiscale",  un provvedimento che nelle intenzioni del governo giallo-verde vorrebbe permettere a chi ha un contenzioso con il fisco di ravvedersi e regolarizzare la propria posizione a condizioni agevolate.

Non sarebbero invece coinvolti gli evasori totali.
L'accordo raggiunto stabilisce un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro per periodo d'imposta.

Tasse arretrate a rate - Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.

Il reddito e la pensione di cittadinanza - Il reddito e la pensione di cittadinanza, il cui costo si aggira attorno ai 10 miliardi (9 per l'erogazione dell'assegno e uno per il rafforzamento dei centri per l'impiego) partirà nei primi tre mesi del 2019. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica "geografica", con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città o Regione.

Dal taglio alle pensioni d'oro, un miliardo in tre anniTra le coperture della legge di bilancio ci sarà anche il taglio alle pensioni d'oro da cui il governo conta di recuperare un miliardo in tre anni. Due le ipotesi sul tavolo: la prima è quella di applicare un contributo di solidarietà mentre la seconda è quella di fermare la rivalutazione all'inflazione. Lo spiegano fonti di Lega e M5s precisando che una decisione non sarebbe stata ancora presa. Sembra invece tramontata l'ipotesi originaria, di un ricalcolo con metodo contributivo degli assegni oltre i 4.500 euro mensili: troppo alto il rischio di ricorsi. Un altro miliardo e trecento milioni verrà invece recuperato in un triennio dai fondi per l'immigrazione: oltre 500 milioni subito, a partire dal 2019.

Condono, tetto di 100mila euro per singola imposta - Il limite di 100mila euro da sanare attraverso la "dichiarazione integrativa speciale" va inteso "per singola imposta e per periodo d'imposta, e comunque non oltre il 30% di quanto già dichiarato". Lo prevede l'ultima bozza del decreto fiscale. Si potranno correggere le dichiarazioni presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle ritenute, delle attività finanziarie all'estero, dell'Irap e dell'Iva.

Da febbraio via a quota 100 - Via da febbraio, senza limiti e penalizzazioni, a quota 100 per andare in pensione, con la formula di aver raggiunto almeno 62 anni e 38 di contributi, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il ricambio generazionale. Per le donne si proroga "Opzione Donna", che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione. Il costo dell'operazione è stato calcolato in 7 miliardi di euro. Non ci sarà nessun aumento di tasse, promettono da Chigi, se non per banche e assicurazioni, e invece arrivano cento milioni per le politiche della famiglia e più fondi per la Sanità.

Flat Tax per gli autonomi- Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50mila euro. L'obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65mila euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherà un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under35 godranno di un supersconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.

Sgravi Ires, su utili reinvestiti taglio al 15% - L'aliquota al 24% scenderà di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo è di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti di Industria 4.0.

Cedolare secca negozi - Viene introdotta una cedolare fissa al 21% anche sui nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali, come i capannoni.

Ires verde - Arrivano incentivi fiscali per le imprese che riducono l'inquinamento, usando tecniche di produzione con minori emissioni.

Fondo per le vittime delle banche - Viene creato un fondo da 1,5 miliardi per risarcire tutte le vittime delle crisi bancarie. Il fondo è così ampliato di 14 volte rispetto a prima.

Investimenti pubblici - In arrivo 15 miliardi in 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell'ambito infrastrutturale, dell'adeguamento antisismico, dell'efficientamento energetico, dell'intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force - una sorta di sostituto temporaneo del Genio Civile, per dirla con le parole del ministro Tria -per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d'investimento.

Assunzioni forze dell'ordine - Si stanziano 500 milioni per un grande piano di assunzioni per poliziotti, magistrati e personale amministrativo, in modo da assicurare ai cittadini maggiore sicurezza, processi civili e penali più rapidi e una Pubblica Amministrazione più efficiente.

Task force per la spesa pubblica - Viene istituita una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica incaricata di analizzare nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l'altro, su auto blu, voli di Stato e scorte.

Sto ai fondi per l'editoria - Viene previsto l'azzeramento graduale del fondo pubblico per l'editoria.

Spese militari - Dalla riduzione delle spese militari verranno ricavati i fondi necessari per la riforma dei Centri per l'impiego (un miliardo di euro).

Abbattimento delle liste d'attesa nella sanità - Stanziati 50 milioni per le regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d'attesa. Inoltre, con l'istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d'attesa. Inoltre vengono stanziati 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle regioni per le spese farmaceutiche.

Riforma della formazione - Arrivano fondi per la riforma della formazione tecnica e professionale, in particolare nel settore dell'industria e della moda.

Sgravi per manager innovativi - Introdotti incentivi fiscali per tutte le imprese che assumeranno un manager dell'innovazione altamente qualificato.

Promozione del made in Italy - Stanziati più fondi per rilanciare Italia.it e trasformarlo in sito per la promozione del made in Italy.

7 miliardi di tagli, anche da immigrazione - Per legge i ministeri devono operare tagli per un miliardo l'anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in 3 anni sull'immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019, derivanti, secondo Matteo Salvini, da minori sbarchi e dal taglio "dei famosi 35 euro al giorno".

Da investimenti spinta al Pil - Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell'Economia, Giovanni Tria. E' previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.

Il dl "Taglia scartoffie" - Nel corso del Consiglio dei ministri arriva anche il via libera al decreto "Taglia scartoffie" che prevede oltre 100 adempimenti in meno per le imprese, e misure per una Rca auto "equa". Stop anche al duplice incarico governatore regionale e commissario alla Sanità: "Non ci sarà mai più un caso De Luca", commentano dal M5s. Inoltre, chi ha crediti non vedrà pignorata la casa. E arrivano misure contro i medici furbetti che aumentano la lista di attesa per l'intramoenia ospedaliera.