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Strasburgo: "ricevibile" il ricorso del candidato escluso dalla legge Severino

La Corte europea ha accolto la richiesta di Marcello Miniscalco, candidato del Psi alle Regionali del Molise

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La Corte di Strasburgo ha dichiarato "ricevibile" un ricorso sulla retroattività della legge Severino sull'incandidabilità. Il caso concreto si riferisce a un candidato alle regionali del Molise, Marcello Miniscalco, ma questo primo sì della Corte ha un rilievo anche rispetto al caso analogo di Silvio Berlusconi. Ora la Corte dovrà valutare la fondatezza del ricorso.

La vicenda legale

"Nel ricorso si chiede di condannare lo Stato italiano per aver violato la Convenzione europea dei diritti dell'uomo per l'applicazione retroattiva di una norma afflittiva", spiega l'avvocato Francesco Saverio Marini, il legale che ha assistito Marcello Miniscalco (segretario regionale Psi), la cui candidatura alle regionali in Molise fu esclusa per una condanna passata in giudicato nel 2001.

Una decisione impugnata di fronte al Tar e al Consiglio di Stato, sollevando questione di legittimità di fronte alla Corte Costituzionale, ma i giudici amministrativi considerarono infondata l'istanza. Da qui la decisione di ricorrere a Strasburgo. "Ora ci hanno comunicato che al ricorso è stato dato un numero di riferimento, il che equivale a dichiararlo ricevibile, cioè non sussiste quella che in Italia chiamiamo manifesta infondatezza - spiega Marini -. Si tratta ovviamente di un primo passaggio.

La Corte opera infatti, in due fasi: la prima è la valutazione di ricevibilità, la seconda è quella sulla fondatezza del ricorso. La decisione - aggiunge l'avvocato - ha una valenza anche rispetto alla vicenda di Silvio Berlusconi, visto che anche l'ex premier ha presentato un analogo ricorso a Strasburgo per violazione dell'art. 7 della convenzione".

Il commento di Miniscalco "Ho accolto la notizia con tranquillità e serenità. Ora attendiamo fiduciosi l'esito finale". Così Marcello Miniscalco, segretario regionale del Partito Socialista in Molise, commenta il primo sì arrivato dalla Corte di Strasburgo al suo ricorso contro l'esclusione subita alle ultime elezioni regionali del 2013.

Una vicenda che potrebbe riguardare anche la questione della decadenza di Berlusconi da parlamentare in base alla legge Severino. "Se non fossi stato convinto delle mie ragioni non sarei arrivato alla Corte Europea. Il fatto che il ricorso sia stato iscritto a ruolo e dichiarato ammissibile è già importante, perché ha superato un primo vaglio".

Miniscalco alle elezioni di un anno fa era nel listino maggioritario, a sostegno dell'attuale governatore Paolo Frattura, ma la sua candidatura fu esclusa in applicazione delle nuove norme sulle liste "pulite". Miniscalco era stato condannato una decina d'anni prima per abuso d'ufficio, quando, sindaco di un piccolo comune, non aveva concesso una piazza per un comizio.

Nel settembre scorso Enrico Buemi, capogruppo Psi in commissione Giustizia e componente della Giunta per le Elezioni e le Immunità parlamentari del Senato, affermò: "Perseverare nel far dipendere la decadenza di Berlusconi dalla legge Severino vuol dire rischiare di incorrere in un possibile invalidamento da parte della Corte di Strasburgo, cui Berlusconi ha fatto ricorso. Tanto più che, nello stesso collegio elettorale molisano, Marcello Miniscalco, dichiarato incandidabile alle ultime amministrative per una condanna passata in giudicato nel 2001, ha già presentato analogo ricorso alla Cedu. Se le ragioni di Miniscalco venissero accolte da Strasburgo, anche l'incandidabilità di Berlusconi potrebbe essere invalidata.

"Per me gli individui sono tutti uguali - dice Miniscalco palando dell'analogia con la vicenda del cavaliere - Berlusconi ha avuto successo, ha tanti soldi e io non ne ho. Però sono una persona, come lui. Comunque mi interessa il mio caso, seguo quello, sono due vicende separate"